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Osteopatia-LE FASCE - PAOLETTI.doc
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29.09.2019
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  • Il legamento lombo-sacrale

La tecnica è la stessa della precedente con alcuni dettagli in più: il pollice è posto superiormente al solco; il soggetto sarà portato in estensione-inclinazione destra e rotazione sinistra.

Occorre segnalare che questo legamento è meno spesso chiemato in causa rispetto al precedente

  1. La regione dorsale

La fascia dorso-lombo-sacrale (fig 130)

Questa regione, zona fasciale per eccellenza, è sottoposta a molteplici distorsioni fasciali.

Il soggetto è in decubito prono, partendo dal sacro facciamo una pressioneche scivolando risalga fino a livello cervicale. Incontriamo delle bande fasciali, dei punti nodulari e dei fasci tondeggianti molto tesi e grandi. Arrivati alla zona interscapolare incontreremo spesso delle tensioni oblique in direzione della scapola. La faccia posteriore della scapola è sede frequente di tensioni fasciali sia a livello del sottospinoso che a livello del sovraspinoso. Effettuare una pressione scivolamento obliqua verso la spalla. Individuiamo delle tensioni tra i fasci muscolari, delle zone nodulari oltre che delle vere e proprie palle molto tese e ipersensibili, che bisognerà far cedere attraverso degli stiramenti, pressioni, rotazioni, inibizioni (fig 131e 131 bis). Non bisogna dimenticarsi di fare una pressione da scivolamento lungo il bordo esterno della scapola, dove le distorsioni sono molto frequenti.

I l trattamento della regione dorsale sarà talvolta più efficace in posizione seduta, quindi con l’aiuto del peso. Nelle persone anziane, difficilmente mobilizzabili e con le quali la prudenza non è mai troppa, la posizione seduta è, nella maggior parte dei casi, sufficiente per i problemi lombosacrali e può essere impiegata esclusivamente con risultati immediati e durevoli.

  • Le fasce posteriori (fig 132 e 132 bis)

I n alcuni soggetti constatiamo una tensione generale delle fasce posteriori, con difficoltà a piegarsi in avanti o a mettersi sdraiati e se si solleva una gamba, l’angolo di flessione è molto limitato e spesso doloroso. Una tecnica fasciale globale migliora nettamente la situazione, equivale al roll lombare senza specificità locale.

I l soggetto è in decubito laterale e il terapista gli stà di fronte. Quest’ultimo porta il segmento superiore in leggera rotazione posteriore attraverso la trazione anteriore e cefalica dell’arto superiore in contatto con la tavola. A livello degli arti inferiori, quello che stà sotto poggia sulla tavola diritto e quello che stà sopra è portato fuori dalla tavola. Si prende contatto a livello della parte superiore del torace e a livello del bacino. Si mette in tensione aumentando la rotazione e la trazione longitudianali. Allo stesso tempo spingiamo la gamba superiore con il nostro piede in modo da portarla in flessione ed adduzione, aumentando così la tensione, sempre guardando che rimanga dritta. Una variante stà nel posizionarsi subito dietro la gamba del paziente. Il fine della tecnica consiste nel realizzare uno stiramento molto rapido attraverso un trust non specifico. Le due braccia realizzano uno stiramento longitudinale mentre con la gamba sinistra si accentua la flessione-adduzione dell’arto inferiore del paziente. Questa tecnica si realizza bilateralmente, il guadagno della mobilità è importante, immediato e durevole.

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