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Osteopatia-LE FASCE - PAOLETTI.doc
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29.09.2019
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  1. Meningi rachidee (figg. 98 e 99)

La presa sarà sotto-occipitale, le dita poste le une sulle altre aformare una V molto aperta. Indurre una leggera trazione seguendo l’asse intravertebrale. Aumentare leggermente questa trazione per discendere progressivamente fino a livello sacrale. La dura madre prende dei solidi legami a livello di C2-C3, ma attraverso dei prolungamenti radicolari prende anche dei solidi legami sulla circonferenza dei fori di coniugazione bilateralmente. Questi legami non sono teorici, la dura madre è solidamente ancorata al periostio vertebrale costituendo così un mezzo di protezione midollare e delle radici intrarachidee. Abbiamo potuto verificare la loro solidità sul maiale, dove per arrivare a disinserirle è stato necessario applicare una forza importante.

Nella normalità una leggera trazione sulla dura madre non avrà delle risposte positive. Essendo la dura inestensibile, risentirà facilmente di una fissazione, poiché in quel punto la dura madre non fluttuerà più nel condotto osseo. Con una certa manualità sarà facile fare diagnosi di restrizioni ai vari livelli, sia frontalmente che lateralmente.

a sse aponeurotico centrale (fig. 100)

Il punto di partenza di quest’ asse si colloca sulla circonferenza del foro occipitale. Quando sarà passato il potere frenante dei diversi elementi posti lungo il suo percorso, tutta la restrizione, in qualunque distretto del suo tragitto, si ripercuoterà sulla base del cranio. Per l’ascolto di questo asse la presa della mano è la stessa che per l’asse dura-madrico, con i pollici diretti verso l’asse mandibolare. -Nella normalità questo asse è perfettamente libero. In caso di restrizioni si possono fare due constatazioni:

  1. sensitiva: le mani sono attirate caudalmente, con la scatola cranica che segue un movimento ritmato dalla respirazione

  2. visiva: guardando questo asse centrale constatiamo che si ha un movimento ritmico caudo-cefalico e, in caso di grave fissazione, vediamo la parte viscerale del collo infossarsi all’interno dell’imbuto toracico con un ampiezza di parecchi centimetri.

  1. A scolto antero-posteriore (fig 101 e 101 bis)

I l soggetto è in decubito supino.

Il terapista è dietro la testa del soggetto.

Il terapista pone una mano a coppa sotto l’occipite inducendo una leggera trazione, l’altra mano è appoggiata piatta sullo sterno.

Questa tecnica serve a testare il sincronismo generale delle fasce, particolarmente a livello toracico e cervico-craniale. Una leggera trazione sotto-occipitale serve a proiettarsi su tutte le fasce posteriori. Nella normalità un movimento ampio, libero e ben ritmato è percepito dalle nostre mani. In caso di restrizione percepiremo un movimento asincrono e che segue determinati assi preferenziali.

  1. Lo stress

In alcune persone particolarmente stressate i tessuti avranno una motilità perturbata. Il movimento sarà rallentato e la sua ampiezza diminuita. La sensazione percepita sarà una mancanza di libertà nelle oscillazioni dei tessuti, come se questi fossero indecisi riguardo alla direzione in cui muoversi. Avremo così una sensazione di retroazione e la mano avrà la tendenza a richiudersi. Questo può essere sentito a tutti i livelli ma soprattutto nel cranio, nella regione toracica e, in quest’ultimo caso, in modo più evidente nello sterno.

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