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Osteopatia-LE FASCE - PAOLETTI.doc
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29.09.2019
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  1. La coscia

Nella maggior parte dei casi i problemi della coscia si situano a livello esterno e interno.

  1. A livello esterno (fig. 125)

Sono tutte distorsioni legate alla fascia lata.

Il soggetto è in decubito supino con le gambe stese. Con i polpastrelli di due o tre dita facciamo una pressione da scivolamento lungo il tratto ileo-tibiale. Incontreremo speso un aumento di ondulazioni come se fossimo in presenza di una tenda ondulata. Occorrerà cercare di ridurre progressivamente queste ondulazioni. Incontreremo lungo il tragitto dei punti dolorosi sotto forma di granulazioni e occorrerà ridurli attraverso una levigazione-rotazione. Qui, come in tutti i casi di trattamento delle fasce, l’efficacia si tradurrà in una diminuzione della tensione, in una riduzione del dolore e in un miglioramento funzionale. Ciò vale per tutte le fasce e dunque è applicabile ad ogni tecnica. Ritorniamo un attimo sul dolore per segnalare che questo può essere acuto e al limite del tollerabile e se il trattamento è ben condotto e preciso questo deve totalmente cessare in un lasso di tempo molto breve. Se il trattamento è mal condotto o la fascia reagisce troppo violentemente persisterà p er più giorni un dolore residuo, anche se inizialmente la zona trattata poteva essere non dolorante.

  1. A livello interno (fig. 126)

  • Il soggetto è in decubito supino con il ginocchio e l’anca leggermente piegate.

  • Il terapista si posiziona lateralmente ponendo un ginocchio sulla tavola e facendo riposare la faccia esterna della coscia del paziente sulla propria coscia.

  • Posizionare polpastrelli delle dita delle due mani lungo il piano di divisione degli adduttori e esercitare una pressione da stiramento. Se esiste un punto di fissazione più importante si pongono i due pollici sul bordo superiore degli adduttori, realizzando in seguito uno stiramento trasversale spingendo verso il lettino.

  1. Lo sciatico (fig. 127)

Per finire con l’arto inferiore parleremo del trattamento della fascia sciatica. Abbiamo detto nei test che questa poteva essere fonte di irritazione e causa dell’origine o del mantenimento di una sciatica. Raccontiamo per questo un aneddoto importante. Come molte persone abbiamo conosciuto pazienti che avevano consultato dei guaritori che avevano ‘messo loro a posto dei nervi’ o ‘rimontato i nervi’ e nel caso di sciatica il risultato era talvolta spettacolare. La tecnica consisteva nel mettere il paziente in decubito prono o in piedi e con il pollice risalire lungo lo sciatico fino al gluteo o lungo il dorso fino alle vertebre cervicali. Inutile precisare che nella maggior parte dei casi il paziente aveva un ricordo indimenticabile; il pollice del terapista solcava tutta la zona da trattare e talvolta ne restava una traccia lunga a sparire. Comunque il paziente si trovava spesso alleggerito della sua sciatica. Per anni ne abbiamo cercato una spiegazione. Quest’ultima pertanto era molto semplice e lo studio più approfondito dell’anatomia lo ha dimostrato.

Lo sciatico è circondato da una fascia, la tensione di questa, molto semplicemente, può irritarlo. La solcatura non rimetteva il nervo a posto ma faceva semplicemente un lavoro fasciale. La tradizione popolare è sempre fondata su una certa verità. Lo stress generato dalla tecnica sembrava risvegliare la fascia che si trovava in uno stato di ipofunzionalità e si irritava. Il forte stimolo aveva inibito la siderazione e rimesso in memoria la fisiologia normale.

Abbiamo dunque adattato e applicato questo trattamento molto spesso con successo.

  • I l soggetto è in decubito prono;

  • dopo aver trovato la zona di restrizione che si trova spesso a metà coscia, introduciamo i polpastrelli delle dita di due mani in profondità per realizzare uno stiramento longitudinale e trasversale.

  • D iscendiamo lungo la fascia fino al polpaccio; poi appoggiamo una coscia sul tavolo e vi poniamo sopra la gamba piegata del paziente. Procediamo in seguito con lo stiramento o la pressione-inibizione del punto specifico. Non è necessario nella grande maggioranza dei casi esercitare una pressione troppo forte facendo male al paziente, né solcare con il pollice tutto l’arto inferiore, ciò può essere fatto in modo più dolce.

Spesso constatiamo dopo un tale trattamento un miglioramento funzionale con diminuzione netta del segno di Lasègue. Ben inteso che questa tecnica non è esclusiva del trattamento della sciatica, ma si accompagna a una esplorazione minuziosa delle cause possibili e molto frequentemente si associa ad altre tecniche.

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