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Osteopatia-LE FASCE - PAOLETTI.doc
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  1. Ruolo delle catene

Il ruolo delle catene fasciali riguarda particolarmente tre punti importanti:

  1. trasmissione

  2. coordinazione – armornizzazione

  3. ammortizzatore

  1. Ruolo di trasmissione (fig 78)

Per schematizzare possiamo considerare le fasce come delle corde incaricate di trasmettere le forze attraverso il corpo. Il motore di queste corde è il sistema muscolare, ma compreso in una unità funzionale indissociabile muscolo-fascia. Queste corde per trasmettere la loro energia in modo efficace e coordinato hanno bisogno di punti di appoggio, generalmente costituiti dalle articolazioni, (pulegge) carrucole di riflessione delle corde.

  1. Ruolo di coordinazione e armonizzazione

Perché un movimento sia efficace occorre che l’energia che lo determina sia ben canalizzata e che l’azione dei diversi muscoli sia ben coordinata, affinchè le forze motrici possano agire efficacemente. Questo avviene attraverso le fasce. Così quando si esegue un gesto complesso, come per esempio la marcia, si mette in gioco tutto un importante meccanismo che riguarda il corpo in tutta la sua interezza. La marcia implica in primo luogo la stazione eretta , dunque un riaggiustamento continuo della posizione verticale in rapporto ad una base di appoggio, i piedi, che rappresentano una superficie d’appoggio limitata. La stazione eretta deve avvenire con il minimo dispendio di energia. Ciò è realizzato in parte dal gioco delle corde e delle carrucole fasciali.

Durante la marcia invece abbiamo la messa in gioco di tutta una serie di movimenti complessi che fanno si che la propulsione avvenga nella direzione voluta. Ci sarà la messa in gioco di una o più catene fasciali con il fine di compiere un gesto preciso ed efficace. Il semplice fatto di camminare si accompagna ad una serie di movimenti compensatori, arti superiori, inclinazione del tronco……etc. È evidente che se non esistesse un’armonizzazione tra tutti questi diversi movimenti implicati in una funzione così banale come la marcia, questa rischierebbe di diventare complicata o impossibile. È sottointeso che una serie di sistemi intervengono in questa armonizzazione: muscoli, sistema nervoso, centri dell’equilibrio, ma, nonostante questi, la marcia sarebbe praticamente impossibile senza la fascia. Ogni gesto che compiamo è la somma di più movimenti: flessione, estensione, rotazione, traslazione. Nella vita quotidiana non esistono movimenti puri, ogni movimento è la combinazione di più parametri. L’architettura delle fibre fasciali con la loro direzione verticale, obliqua e trasversale sembra essere perfettamente adatta ad armonizzare questa combinazione di fattori affinchè il movimento divenga funzionale.

  1. Ruolo di ammortizzazione

Le catene fasciali trasmettono i movimenti della vita quotidiana, ma intervengono anche durante sforzi violenti o traumi. Nel caso di una forza violenta abbiamo la partecipazione di tutto il corpo nel suo insieme, che ripartisce questa forza su una superficie più grande per non far raggiungere il punto di rottura. Se i muscoli sono concepiti per fornire l’energia necessaria alla realizzazione dello sforzo, la fascia coordina la ripartizione dello sforzo, dà ai muscoli un punto di appoggio solido e infine grazie alle sue proprietà viscoelastiche ammortizza una parte di energia al fine di evitare di raggiungere il punto di rottura.

In caso di un trauma, che spesso avviene in maniera inaspettata, il sistema muscolare non è in stato di difesa e dunque non è pronto ad ammortizzare l’importante energia che penetra brutalmente nel corpo. È dunque la fascia che in parte assorbe, ammortizza e cerca di canalizzare questa energia in diverse direzione per attenuare l’effetto dannoso ed evitare una eventuale lesione degli organi. Quando questa energia è troppo violenta o concentrata su una superficie ridotta possiamo assistere a delgli strappi o alla scomposizione di organi.

Studi realizzati sui cambiamenti all’interno delle fascie a seguito di traumi mostrano che queste presentano delle modificazione delle loro proprietà viscoelastiche, modifiche che possono insorgere subito dopo il trauma e che dimostrano che la fascia ha preso su di se una grande parte di energia.

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