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Osteopatia-LE FASCE - PAOLETTI.doc
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29.09.2019
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  1. Le catene interne

Ne descriviamo principalmente tre: una periferica, una centrale ed una mista.

La catena periferica (fig 83)la facciamo partire dal perineo ricordandoci però che può essere influenzata dalle catene esterne tramite le fasce perineali del piramidale e dell’otturatore; poi si trasmette attraverso la fascia trasversale o il peritoneo, prende legame a livello del diaframma, segue la fascia endotoracica, arriva a livello della cintura scapolare dove prende legame, segue approssimativamente le catene esterne per poi arrivare alla base del cranio. Notiamo che le catene periferiche possono seguire anche le pleure per arrivare alla spalla o a livello del diaframma di Bourgerey e di lì rimontare sulla base del cranio come tutte le altre catene.

La catena centrale la facciamo iniziare dal diaframma, senza dimenticarci che sotto questo si trova tutto un sistema fasciale di sostegno degli organi e che questo sistema fasciale addominale è in connessione con il sistema fasciale pelvico.

A partire dal diaframma questa catena segue il pericardio, la fascia perifaringea, a livello dell’ “imbuto” toracico presenta una connessione con le fasce cervicali profonda e media e dunque una parte delle sollecitazioni potrà dirigersi verso i supporti ossei. prende in seguito legame con l’osso ioide, a questo livello ugualmente l’aponeurosi cervicale superficiale potrà prendere in carico una parte delle sollecitazioni, attraverso l’aponeurosi pterigo-temporo-mascellare e interpterigoidea arriva alla base del cranio, di lì eventualmente si prolunga a livello della dura madre intracranica tramite dei prolungamenti nervosi che la portano ad articolarsi con le fasce sopracitate.

L a catena mista a partire dal perineo segue l’aponeurosi ombelico-prevescicale, si lega all’ombelico, a questo livello può essere presa in carico dalla fascia trasversale, segue il legamento rotondo del fegato e poi quello falciforme, si lega al diaframma, di là segue la catena fasciale periferica o centrale precedentemente descritta.

  1. La catena meningea (fig 84)

Il suo punto di partenza inferiore si situa a livello del coccige , ma abbiamo visto che può essere influenzata dalle catene interne, dalle aponeurosi del perineo, dalle catene esterne e attraverso i loro legami con il coccige, il sacro e il pube. Sale poi nel condotto vertebrale dove ha numerosi punti di legame con le vertebre, questo per un fine di sicurezza e di salvaguardia: anteriormente contatta il legamento vertebrale comune posteriore, in tutta la lunghezza della colonna, ma due legami sono particolarmente resistenti: il legamento coccigeo nella sua parte inferiore, i suoi legami superiori a livello di C2-C3; lateralmente la dura madre vertebrale invia bilateralmente delle espansioni meningee che accompagnano il nervo fino al foro di coniugazione. A questo livello prende dei solidi legami sul contorno osseo, costituendo dei punti fissi bilaterali delle radici rachidee. Questo al fine di impedire uno stiramento verticale troppo importante delle radici e del midollo. Penetra in seguito nella scatola cranica attraverso il foro occipitale attorno al quale prende dei solidi legami. Nella parte endocraniale questa catena si espande in una sfera per attaccarsi su tutta la circonferenza della scatola cranica. Le articolazioni sono più marcate sulla base del cranio. Emette inoltre dei setti importanti destinati a migliorare la motricità e proteggere: la tenda del cervelletto (che costituisce un rinforzo all’ancoraggio orizzontale) e la falce del cervelletto e del cervello(si appendono all’apofisi cristagalli e costituiscono un rinforzo all’ancoraggio sagittale). Presenta delle articolazioni con l’esocranio : sulla base tramite dei prolungamenti attorno ai nervi cranici e sulla volta tramite l’aponeurosi epicraniale attraverso i canali transossei

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