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Osteopatia-LE FASCE - PAOLETTI.doc
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29.09.2019
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Altre affezioni delle fasce

Oltre alle patologie specifiche del tessuto connettivo, che esamineremo, ci sono altre affezioni che nella maggior parte dei casi non presentano quadri clinici così drammatici come quelli affrontati precedentemente, bensì costituiscono la patologia più frequente nel tessuto connettivo.

Considereremo, prima di tutto, cicatrici, aderenze e fissazioni.

Le suddette patologie o disfunzioni c'interesseranno particolarmente (le osteopatie), poiché le incontreremo di frequente. Nel tempo le cicatrici e le aderenze creano delle irritazioni; le immobilità, a loro volta, interferiscono con la meccanica articolare o viscerale, provocando dei sintomi detti funzionali perché spesso hanno una manifestazione sotto clinica, senza espressione radiologica o biochimica.

Si tratta di vere e proprie lesioni primarie che dovranno essere rilevate con molta cura.

In seguito, svilupperemo i diversi studi effettuati a livello del tessuto connettivo e specialmente della sostanza fondamentale, con l’intento di dimostrare che la patologia si sviluppa soprattutto al tale livello dal momento in cui la sostanza è sopraffatta.

Citeremo Snyder, che afferma che la sostanza fondamentale costituisce il laboratorio delle funzioni del tessuto connettivo e l’arena del processo patologico.

Le cicatrici

Salvo i casi di cicatrici retrattili e di cheloidi, che rappresentano situazioni particolari per fortuna rare, ogni più banale cicatrice può costituire un punto di perturbazione per il corpo umano. Ciò nonostante, la maggior parte non costituisce un elemento di alterazione, ma un certo numero può esser causa di dolori, disfunzioni e perfino patologie insostenibili per il soggetto come nelle causalgie.

In seguito al verificarsi di una lesione sopravviene il fenomeno di ricostruzione, con rifioritura e proliferazione delle fibre elastiche e connettive, allo scopo di realizzare una riparazione più perfetta possibile nella zona in cui tessuto ha subito un’aggressione.

Nonostante l’accuratezza di questo sistema di ricostruzione, non si otterrà mai un risultato perfetto. Prova ne sia che la traccia che lascia la cicatrice colpisce le fasce profonde. Come detto in precedenza, nella maggior parte dei casi, il fenomeno di riparazione avviene senza comportare problemi secondari. Malgrado ciò, in alcuni casi non trascurabili una cicatrice può dare origine a perturbazioni e ad insediamento di una patologia di prossimità, che si manifesta sotto forma di irritazioni, oppure può costituire sede di immobilità che perturba la meccanica e la fisiologia del corpo.

Una cicatrice irritante genera un elemento di perturbazione del tessuto connettivo, il quale a sua volta, sottomesso alle tensioni e allo stress in questa zona di irritazione, modifica la propria struttura, plasticità ed elasticità e, a lungo, produce una perturbazione della meccanica fasciale che influisce sulla funzionalità di un’area più o meno estesa.

Nel caso di cicatrici presenti nella zona dell’addome ( il caso più comune è determinato dalle appendicectomie) posso avere delle perturbazioni alla meccanica dell’organo vicino, sottoposto quindi a una tensione ed irritazione permanente che lo porterà a perdere la mobilità e restare fisso. Abbiamo visto come la fisiologia dell’addome è facilitata dalla mobilità delle fasce; questa immobilità, quindi, porterebbe l’organo verso la disfunzione, con il rischio a lungo termine d’instaurare una vera patologia.

La patologia delle cicatrici può essere continuativa di corpi estranei che possono infiltrarsi al momento dell’aggressione.

Kellner ha dimostrato l’intrusione di cristalli di talco nelle cicatrici chirurgiche, frammenti di proiettili e di stoffa sui feriti di guerra, granelli di sabbia, piccole bolle di catrame, schegge di vetro negli infortunati da incidenti della strada

Il riassorbimento di corpi estranei è lento, perfino impossibile; questi creano un'acidosi nei tessuti che li circondano e, di conseguenza, delle mutazioni della sostanza fondamentale. Da rivelazioni elettriche effettuate sono stati ottenuti risultati di 1400 kilo-ohm di differenza( in più) fra misurazioni a livello di queste cicatrici disturbanti e quelli registrati sulla pelle in prossimità delle stesse; misurazioni su cicatrici non disturbanti sono risultati vicini al normale.

Le cicatrici si devono considerare come delle zone potenziali di perturbazione.

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