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Testo supplementare

Parla Fabrizio Barca del Dipartimento per lo sviluppo

"Al Sud, il clima è cambiato. In arrivo le multinazionali"

Roma — "C'è chi pensa ancora che gli investimenti al Sud si misurino contando le strisce bianche che vengono dipinte sull'asfalto. Noi ci siamo sforzati di cambiare metodi e mentalità e di far diventare protagoniste della programmazione le Regioni". Chi parla è Fabrizio Barca, capo del Dipartimento per lo Sviluppo del ministero del Tesoro a cui è stato affidato il rilancio della programmazione e il coordinamento dei fondi strutturali Ue 2000—2006.

In cosa consistono I nuovi metodi?

"Mettiamo che in una località ci sia un sito archeologico e che intorno esistano attività artigianali regolari e sommerse, un alto tasso di criminalità e un sistema alberghiero deficitario. Ebbene, ci dobbiamo innanzitutto dare un obiettivo. Incrementare l'afflusso di turisti e alzare la loro spesa pro capite? Allora occorrerà una progettazione integrata che valorizzi il sito ma che preveda interventi vari, sugli alberghi, di realizzazione di software da vendere ai turisti e magari di servizi reali al "sommerso" perché emerga e produca souvenir".

Cosa avete fatto nei tre mesi dopo le "Cento idee" lanciate a Catania?

"Le amministrazioni centrali hanno dato vita a 17 gruppi di lavoro, ognuno su un obiettivo generale come la rete di trasporti, l'acqua, eccetera. Ciascun gruppo stenderà entro il 15 marzo un rapporto sugli obiettivi da raggiungere nel proprio campo per imprimere una poderosa accelerazione allo sviluppo del Sud. Non si tratterà di elenchi di cose da fare ma di grandi scelte da sottoporre a valutazioni di fattibilità. Dal canto loro le Regioni hanno messo in piedi dei gruppi analoghi, per cui intrecceremo i risultati degli uni e degli altri e su quella base il Cipe deciderà la distribuzione delle risorse da portare al vaglio di Bruxelles".

Puntate molto sulle Regioni. Siete riusciti ad andare avanti nonostante ribaltoni è burocrazia?

"Si è rafforzata in questi mesi una rete di programmatori regionali, assessori e dirigenti degli uffici della programmazione. Alcuni vengono addirittura dalla vecchia Casmez, altri si sono fatti le ossa nelle precedenti tornate di selezione dei fondi Ue. E proprio loro saranno protagonisti alla riunione con il Fmi che si terrà a giorni e nella quale racconteranno cosa stanno facendo".

Ma non c'è il rischio di sovrapposizioni tra la sua struttura e Sviluppo Italia?

"Tutt'altro. Sviluppo Italia ha un compito decisivo: attrarre capitali. Il clima è cambiato, oltre là Nokia ci sono altre 3-4 multinazionali dell'informatica che stanno decidendo se installarsi nel Mezzogiorno. Dall'Olanda ci arrivano segnali incoraggianti. Ci vuole un soggetto che raccolga queste istanze e le porti a buon fine. Ma non solo. Con le risorse umane presenti nelle società che incorporerà, penso all'Ipi e alla Ig, Sviluppo Italia potrà svolgere sul territorio un ruolo di animazione delle iniziative dei patti terri­toriali. Di queste cose ho parlato a lungo con Patrizio Bianchi e ci siamo trovati d'accordo".

Dario Di Vico

Compiti

1. Leggete e riassumete per scritto l'articolo.

2. Rispondete alla domanda: È cambiato davvero il clima al Sud Italia?