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Добровольская А.Ю. - Практический курс итальянского языка (2005)

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Testo: Renata Vigano. «Il comizio della mamma».

Grammatica: Proposizioni infinitive.

Traduzione: Parole internazionali.

Renata

Vigano *

IL COMIZIO DELLA MAMMA

 

Raramente la chiamavano con il suo nome, Silvestrina. In casa era «la mamma» anche per il marito, tanto più alto e grosso. Lei era piccola, smunta, non si capiva la sua età: aveva i capelli biondi sbiaditi, come impolverati, tesi indietro senza grazia in una crocchia magra: il «cucai»1, dicevano i due ragazzi in dialetto, prendendola dolcemente in giro. Anch'essi erano alti e grossi, pareva impossibile che li avesse fatti lei, che li arrivava appena alla spalla: soltanto Marisa, l'ultima, le assomigliava, una secca biondina senza splendore. La chiamavano «la mamma» e le volevano bene: però c'era nei tre grandi e nella piccola l'abitudine di saltare alla faccia2, se parlava, una abitudine presa dal primo grande, il marito Amedeo, a causa della sua natura insofferente, impaziente.

«La mamma» lavorava sempre, dalla luce al buio; e tutti trovavano quel che occorreva: le camicie stirate, i calzoni con la piega, i piatti colmi di tagliatelle asciutte col ragù. Senza contare le faccende misteriose ed economiche, la conserva di pomodoro, i vasetti di marmellata, le cipolline sotto aceto. E la casa sempre pulita, i letti rifatti e battuti ogni mattina, gli accorgimenti3 perchè i lenzuoli lisi ridivenissero quasi nuovi, i rammendi, le toppe nei vestiti combinando le righe del tessuto.

Certe volte decideva di non dire più una parola, per risparmiarsi quelle voci immediate e sgarbate che le intimavano silenzio ad ogni frase, non la lasciavano mai dire intero il suo avviso, come se aprir la bocca per lei fosse un'azione noiosa e superflua, per cose che già tutti sapevano. Ma poi a tacere non riusciva, poiché infine quella era la sua casa, la sua famiglia, a cui aveva dato il lavoro attento di anni ed anni, e sangue e lacrime, ogni cosa di se.

Non stavano male in casa, che il babbo e il figlio maggiore lavoravano all'Arsenale, il minore in una legatoria di libri, imparava il mestiere anche se non prendeva quasi niente; solo la Marisa era disoccupata, non sapeva quel che potesse fare, incerta ed irresoluta e un po' pigra come una piccola tartaruga.

Un giorno padre e figli decisero che anche «la mamma» dovesse avere un paltò decente. Non andava mai fuori; la domenica dopo pranzo, quando non c'era nessuno, ne approfittava per lavarsi. Ma non era giusto,osservò it babbo, i ragazzi gli diedero ragione, ci stette anche la Marisa per andare a comperare la stoffa, e la prese di un rosso vivo. «Perchè così? — disse

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la mamma — era meglio scura». Le saltarono contro secondo il solito anche adesso che le facevano un regalo. Lei tacque, e si lasciò condurre dalla sarta con quel rosso che non le piaceva. E la sarta aggiunse di suo una guarnizione di velluto nero nel collo e sul davanti otto bottoni neri.

«Sembri un portiere d'albergo» — disse Amedeo, il giorno dell'inaugurazione4, e tutti si misero a ridere. La mamma se n'ebbe a male, quasi piangeva. Ma allora le vennero attorno con affetto, dissero che stava bene, che era ancora giovane per vestirsi di scuro. «Guardati», ordinò il marito, mettendole innanzi uno specchio. Non era uno specchio grande, ma lei a poco a poco si guardò, e poi si specchiò ancora nei vetri della' finestra, e nelle vetrine, quando uscì con la famiglia intera. Un tratto di strada solenne, per l'avvenimento. Era vero che stava bene. Piccola, svelta, colorita dall'aria acuta di ottobre, sembrava la sorella delLa Marisa. «Che' bella mamma— disse il figlio maggiore — proprio moderna. Adesso usa il «cucai», e di nuovo tutti si misero a ridere.

Ecco, fu il giorno dopo: un lunedì. Incominciarono i licenziamenti. Uno dei soliti affari loschi e inattesi. Amedeo e il figlio trovarono all'entrata una certa scritta attaccata ai cancelli. Un lungo elenco di nomi e il toro tra i primi. Una grande confusione intorno, tante voci si alzavano dalla folla degli operai che venivano al lavoro tranquilli e vedevano quella bella sorpresa. «È una porcheria» — disse un vecchio che era tenuto in gran conto.— «Io non sono di nessun partito, ma in questo

modo non va». «Hanno licenziato socialisti, e quelli che più о meno stavano con noi», gridò un altro. Certuni invece arrivavano come se già sapessero la notizia: «Ma insomma, si entra о non si entra a lavorare? Fate posto!» «Crumiri!», si sentì dire nei gruppi, e nessuno si mosse.

«Sciopero, sciopero, sciopero», ripetevano più forte le voci. Dal portone grande uscirono i militi della «Celere», si misero ai lati del viale d'ingresso, pronti con i mitra. «Niente storie, non vi fate sparare addosso», urlavano altre voci. «Alla Camera del Lavoro, andiamo alla Camera del Lavoro». «Sì — disse Amedeo — però qui non va dentro nessuno». E poi insieme mandarono avanti a loro il gruppetto che avrebbe voluto entrare. In un momento lo spiazzo fu libero. Rimasero evidenti nella luce fioca della mattina i fogli scritti attaccati alle sbarre e i soldati della «Celere» immobili, scuri, con le armi in pugno, senza ordini per intervenire.

A casa gli uomini stettero pochi minuti a discutere, e Silvestrina spaurita non intese risposta alle sue domande, non ebbe soddisfazione di una parola. Ogni volta che aprì la bocca le dissero di star zitta, nervosissimi e duri. E andarono via subito, anche la Marisa sempre tanto indolente. «Addio, mamma» e la lasciarono sola. E allora lei si vestì, si mise il suo bel paltò rosso, uscì in istrada. Tutta la città partecipava alla manifestazione. «Sciopero, sciopero, sciopero», era una piccola città che viveva con il lavoro dell'Arsenale.

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Silvestrina si trovò in un branco fitto di donne, andò con loro. La conoscevano e la guardavano^on meraviglia per l'inusitata eleganza. Sulla piazza dell'Arsenale c'era pieno di gente, composta e muta e a un tratto lei così timida si sentì voglia di parlare. Prima piano con le vicine, poi più forte e più forte, diceva il diritto al lavoro, la impossibilità di farne senza in famiglia. «Ci sono troppi disoccupati — disse — e cresceranno ancora, e saranno tutti. Non dobbiamo permetterlo se siamo mamme».

«Babbo,— gridò uno dei ragazzi, che stava zitto e dritto con gli altri sui gradini contro i cancelli chiusi inutilmente vigilati dalla polizia — la mamma laggiù fa un comizio». Parve una cosa enorme, invece riconobbero di lontano il paltò rosso, videro la gente stretta in cerchio. Scesero di corsa, e con loro altri compagni, il cerchio si fece più largo, una macchia d'olio che si spande. E la mamma parlava con la voce acuta e dolce, diceva le cose di tutti, imparate nella esperienza delle rinunce, dei sacrifici, delle ingiustizie che vanno dalla nascita alla morte. Trovava parole belle, rapide, chiare, pareva che le avesse dette altre volte a un pubblico attento tanto si sentiva sicura. Il marito e figli s'erano fatti largo, la guardavano a bocca aperta. Ad ogni applauso si guardavano, poi cominciarono a battere le mani anche loro. E quando lei fece intendere di aver finito e tutti intorno ancora applaudivano, l'andarono a prendere in mezzo alla gente, se la portarono via felici. Era un po' tremante e spettinata, si piantava nervosamente le forcinelle nel suo piccolo «cucai» biondo-grigio.

1crocchia f (= il «cucai») — пучок (волосы, собранные в узел)

2saltare alla faccia a qd (= scagliarsi contro qd) — набрасываться на кого-нибудь

3accorgimenti m pi — ухищрения

4il giorno dell'inaugurazione — когда она надела обновку

Espressioni da ricordare

entrare a lavorare

поступить на работу

prendere in giro qd

смеяться над кем-либо

prendere l'abitudine (di)

усвоить привычку, взять за привычку

a causa di qc

из-за, по причине

dalla luce al buio

с утра до ночи

intimar silenzio a qd

заставить замолчать

andarfuori

выходить на улицу

dar ragione a qd

считать кого-либо правым, согласиться с кем-либо

secondo il solito

как всегда

aversene a male (= offendersi)

обижаться

аросоаросо

постепенно

adesso usa ... (= adesso è di moda) сейчас в моде ..., сейчас носят...

È una porcheria

это свинство

tenere in conto qd (= stimare)

уважать кого-либо, считаться с кем-либо

più о meno

более или менее

far posto (= far largo) a qd

пропускать, дать пройти

andar via

уходить

far senza qc

обходиться без чего-либо

fare un comizio

проводить митинг

di corsa

бегом

farsi largo

пробираться, проталкиваться

a bocca aperta

разинув рот

battere le mani (= applaudire)

аплодировать

portar via

увести, унести

USO DELLE PAROLE

1. Raramente la chiamavano con il suo nome, Silvestrina.— Ее редко называли по имени, Сильвестриной.

Русский глагол назвать имеет следующие соответствия в ита­ льянском языке:

1)назвать, произнести имя — chiamare

2)дать название — intitolare:

Come è intitolato l'editoriale di oggi?

Как называется сегодняшняя передовая? 3) указать название—nominare:

Nominate la capitale della Cuba. Назовите столицу Кубы. 4) назвать чье-либо имя — far il nome di qd:

Mi hanno domandato chi avrebbe Меня спросили, кто способен вы-

potuto eseguire questo lavoro

полнить эту работу, и я назвал

ed io ho fatto il tuo nome.

твое имя.

5) назвать по имени — chiamare per nome:

Il professore non chiamava per

Профессор никого не называл no

nome nessuno.

имени.

6) называться, именоваться — chiamarsi:

Come si chiama questa via?

Как называется эта улица?

2. Pareva impossibile che li avesse fatti lei.—He верилось, что это она их родила.

Русские глаголы родить и родиться могут переводиться на италь­ янский язык следующим образом:

1) родить — fare un figlio, partorire, dare alla luce:

Mia sorella ha partorito (= ha fatto Моя сестра родила мальчика.

=ha dato alla luce) un maschio.

2)родиться — nascere:

L'è nata una femminuccia.

У нее родилась девочка.

Sono nato a Mosca.

Я родился в Москве.

3) породить, порождать — far nascere, generare:

Il capitalismo fa nascere (= gè- Капитализм порождает войны. nera) le guerre.

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363

star male (bene) star bene
star a tavola
star in piedi star a letto
star di casa (in) star in casa stare per fare qc. starci: Ci sto!
Ci stette anche la Marisa.
Ben gli sta! Gli sta bene!

 

Ricordate:

 

parto m

роды

nascita f

рождение

il giorno di nascita

день рождения

sin dalla nascita co дня рождения

3. Non stavano male in casa.— Им жилось неплохо.

Era vero che stava bene.И на самом деле оно (пальто) ей шло.

In casa gli uomini stettero pochi minuti a discutere.— Дома мужчи­ ны задержались на несколько минут, чтобы поговорить.

Глагол stare переводится на русский язык по-разному, в зави­ симости от словосочетания, в которое он входит:

1) плохо (хорошо) жить;

2) быть больным (здоровым); подходить, годиться (о предмете

туалета) сидеть за столом стоять лежать проживать

сидеть дома, находиться дома собираться делать что-либо Я согласен (Идет!)

Мариза тоже согласилась.

Ricordate:

Поделом ему! Так ему и надо

4. Riconobbero dì lontano il paltò rosso.— Они издали узнали крас­ ное пальто.

Разные значения глагола узнать имеют следующие итальянские эквиваленты:

1) узнать (признать, разглядеть) — riconoscere q c , qd:

Mi riconosci?

Ты меня узнаёшь?

2) узнать — conoscere qd:

 

L'ho conosciuta meglio mentre si

Я узнал ее лучше, когда мы работа-

lavorava insieme all'officina,

ли вместе на заводе.

3) узнать (услышать) — sapere, venir a sapere qc, apprendere qc:

Ho saputo(- son venuto a sapere) Я узнал массу интересных вещей. un sacco di cose interessanti.

4) узнать (справиться) — informarsi:

Dove posso informarmi dell'ora Где я могу узнать час отхода поезда? della partenza del treno?

* но праздник: compleanno m

GRAMMATICA

Proposizioni

infinitive

Инфинитивные обороты

И н ф и н и т и в н ы е о б о р о т ы

могут выступать как синонимы

некоторых придаточных предложений. В этом случае обороты с infinito presente обозначают действие, о д н о в р е м е н н о е с действием сказу­ емого главного предложения, а обороты с infinito passato — действие, п р е д ш е с т в у ю щ е е действию сказуемого главного предложения.

Инфинитивные обороты — синонимы придаточных дополнитель­ ных и определительных — вводятся, как правило, предлогом d i :

Sapeva di dover lavorare (= SaОн знал, что должен работать . peva che doveva lavorare).

Инфинитивные обороты — синонимы придаточных времени — вво­ дятся предлогами in, a, prima di, dopo:

Nel vederla esclamò: — Final-

Увидев ее, он воскликнул: — Нако-

mente!

нец-то!

Al vederla così triste gli venne

Видя, что она так печальна, он захо-

il desiderio di aiutarla.

тел помочь ей.

Vieni a salutarci prima di partire. Зайди попрощаться перед отъездом.

Dopo aver scritto la lettera

Написав письмо, он опустил его в поч-

la imbucò.

товый ящик.

Инфинитивные обороты — синонимы придаточных цели и при­

чины — вводятся предлогом per:

 

Но preso tutti questi libri per Я взял все эти книги, чтобы прочи-

leggerli durante le vacanze.

тать их во время каникул.

È stato bocciato per non aver

Он провалился на экзамене, так как

fatto nulla durante l'anno

ничего не делал в течение учеб-

accademico,

ного года.

Инфинитивные обороты — синонимы придаточных образа действия — вводятся предлогом senza и выражениями типа a forza di, a furia d i :

È partito senza salutare i suoi. Он уехал, не попрощавшись с родными.

На imparato l'italiano a forza di

Он выучил итальянский язык по вы-

leggere le insegne dei negozi,

вескам (читая вывески).

A furia di gridare il bambino

Ребеноктак кричал,что потерял голос,

perse la voce.

 

Accusativo con l'infinito

После некоторых глаголов чувственного восприятия (sentire, udire, vedere) употребляется и н ф и н и т и в н ы й о б о р о т с собственным подлежащим, отличным от подлежащего главного предложения.

Maria vede i bimbi giocare.

Мария видит, как (что) дети играют.

Этот оборот является синонимом дополнительного придаточного

предложения:

Maria vede che i bimbi giocano.

364

365

 

TRADUZIONE

Перевод интернациональных слов

В итальянском и русском языках имеется некоторое количество сходных по форме и одинаковых по значению слов, появившихся в ре­ зультате заимствования одним языком у другого или обоими языками из какого-либо третьего (латинского, греческого и др.). Например: diplomazia f— дипломатия, giornalista m — журналист и т. д. Это так называемые интернациональные слова, перевод которых не представ­ ляет трудности. Но имеется также многочисленная категория псевдо­ интернациональных слов (ложных друзей переводчика) — близких по форме, но различающихся по значению.

Во избежание смысловых ошибок и стилистических погрешностей при переводе необходимо учитывать следующие случаи:

1.Русское слово совпадает с итальянским не во всех значениях,

ав одном-двух:

ospedale m

1.

больница; 2. госпиталь

specialità f

1. специальность; 2. особенность, свойство;

 

3. местное кушанье; 4. род войск

banda f

1. банда;

2. оркестр

agente m

1. агент; 2. полицейский

2.Русское и итальянское слово имеют совершенно различные зна­ чения:

Слово интеллигенция не соответствует итальянскому intelligen­ za — ум.

Слово игнорировать (намеренно не замечать) не соответствует итальянскому ignorare — не знать.

3.Русское и итальянское слова имеют различную стилистическую окраску: affare m — дело; афера — «темное» дело.

Перевод реалий

Реалии — бытовые и специфически национальные слова и обо­ роты, не имеющие эквивалентов в быту, а следовательно, и в языках других стран.

Реалии (так же, как малоизвестные имена и названия) чаще всего передаются на русский язык:

1) при помощи переводческой транскрипции:

Ci hanno servito degli spaghetti. Нам подали спагетти.

2) при помощи описательного перевода, то есть более или менее

распространенного объяснения:

 

Dal portone grande uscirono

Из больших ворот вышли солдаты

i militi della «Celere».

механизированных полицейских

 

частей.

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3) при помощи примечания, данного в виде сноски или в виде

объяснения,взятого в скобки:

 

Andiamo alla Camera del

Пойдемте в Палату Труда (местная

Lavoro.

организация ВИКТ).

ESERCIZI DI LESSICO

1. Rispondete alle domande:

1.Le volevano bene a Silvestrina? 2. Perchè Silvestrina si offendeva?

3.Perchè il marito e i figli non le dissero niente dello sciopero? 4. Perchè gli operai avevano deciso di scioperare? 5. Che cosa è la «Camera del Lavoro»? 6. Che cosa è la «Celere»? 7. Che cosa discussero a casa i figli e il marito di Silvestrina? 8. Come si comportò la Marisa? 9. Perchè le donne guardavano Silvestrina con meraviglia? 10. Perchè il «comizio» organizzato da Silvestrina parve ai suoi una cosa «enorme»?

2.Descrivete la famiglia di Silvestrina.

3.Dite i sinonimi delle parole:

tessuto m, colmo, avviso m, infine, calzoni m pi

A. Traducete per iscritto il brano che comincia con le parole «Ecco, fu il giorno dopo: un lunedì» e finisce con le parole «senza ordini per intervenire».

5. Terminate le frasi seguenti:

Es: Una persona cortese si dice anche garbata о gentile.

1. Una persona cortese si dice anche... 2. Il contrario di utile è ... 3. Uno

che non si è pettinato è ... 4. Ci pettiniamo con un ...

5. Il parrucchiere ti

farà una bella ...

6. Un vestito che non è nuovo si dice

... 7. Farsi un'abi-

tudine è ... 8. Perdere l'abitudine è

... 9. La cosa a cui si è abituati è ... .

6. Combinate un sostantivo con un aggettivo:

 

Es: Un vestito decente

 

 

vestito

noioso

regalo

solenne

lavoro

sgarbato

velluto

bello

voce

stirato

inaugurazione

comodo

nebbia

biondo

sorpresa

fioco

statura

acuto

pugno

fitto

capelli

denso

poltrona

elegante

pantaloni

duro

luce

giusto

piatto

basso

abito

stretto

camicia

irresoluto

opinione

fragoroso

risposta

decente

abitudine

spettinato

storia

gradito

applauso

brutto

natura

nero

 

 

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7. Traducete in italiano quanto segue adoperando uno dei vocaboli о modi di dire seguenti: amare, piacere, preferire, voler bene a qd, essere affezionato (a).

1.Муж и дети любили Сильвестрину, но имели привычку подсмеи­ ваться над ней. 2. Я люблю свою работу. 3. Я люблю яблоки больше, чем груши. 4. Москвичи больше всего любят Красную площадь. 5. Я люб­ лю жить в деревне. 6. Ромео и Джульетта страстно любили друг друга.

7.Ты любишь кататься на коньках? 8. Мария очень любит свою сест­ ренку. 9. Должен признаться, что я не люблю этого артиста. 10. Я очень привязана к этой семье (Я очень люблю эту семью).

8.Traducete in italiano tenendo presenti i molteplici significati del verbo russo назвать:

1.В этот момент один мальчик позвал другого: «Ромоло»! 2. Да­ вайте позовем на наш вечер итальянских студентов! 3. Как звали его дочь? 4. Героиню этого рассказа зовут Сильвестрина. 5. Извини, я не слышал, что ты меня звала, б. Как Пазолини назвал свой последний роман? 7. Назовите мне итальянские города, в которых издается газе­ та «Республика». 8. Назовите мне их имена! 9. Я не привык называть

еепо имени.

9.Sostituite ai puntini un verbo conveniente, scegliendolo tra conoscere, sapere, riconoscere, far la conoscenza di qd:

1.Le donne ... Silvestrina e la guardavano con meraviglia. 2.1 ragazzi

... di lontano il suo paltò rosso. 3. Il marito e i figli non... che la «mamma» fosse capace di far un comizio. 4. Mia sorella... nuotare molto bene. 5. Lei

... bene le opere di Puskin? 6. Noi non ne ... nulla. 7. Io ... che non

èarrivato ancora. 8. Come hai fatto a ... lo? 9. Ma come, tu non mi...?

10.Io ... una donna che ... cinque lingue straniere. 11. La tua sorellina

ècresciuta, al primo momento non Г ... 12. Mi fa piacere di ...

10.Traducete in italiano quanto segue, badando alle parole scritte

in corsivo:

a) 1. Неужели вы ее не узнали? 2. Мы познакомились летом. 3. Он узнал ее хорошо лишь несколько месяцев назад. 4. Мы узнали одну важную деталь. 5. Профессор очень постарел, его невозможно узнать. б. Она о них все узнала. 7. Мы узнали, что ты болен. 8. Я узнал, что вы сделали большие успехи. 9. Я узнал вас издали. 10. Узнайте, дома ли он. 11. Надо узнать, когда они приедут. 12. Мы узнали эту новость вче­ ра. 13. Когда я встретил его в прошлом году, я его не узнал, так он изменился.

b)1. Жена моего друга родила близнецов—двух мальчиков.

2.Со дня рождения Пушкина прошло более 200 лет. 3. Что вы подари­ ли сестре на день рождения? 4. Где ты родился? 5. Я родился на Волге, но жил много лет в Москве, б. Он знал ее со дня ее рождения. 7. Знаете ли вы латинскую поговорку: «Гора родила мышь»?

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11. Traducendo in italiano quanto segue usate il verbo stare:

1. Я плохо себя чувствую. 2. Тебе не идет эта шляпа. 3. Мест не было, и мы простояли на ногах весь концерт. 4. Когда я пришел, вся семья уже сидела за столом. 5. Алло, позовите к телефону Марию, по­ жалуйста.— Она лежит, у нее температура, б. Милиционер спросил, где я проживаю. 7. Я просидел дома все воскресенье. 8. Я как раз со­ бирался тебе позвонить. 9. Согласен ли ты поехать с нами в Крым? — Согласен. 10. Алексей получил двойку по истории.— Так ему и надо, он совсем не занимался. 11. Чем ты сейчас занимаешься?

12. Traducendo in russo quanto segue rilevate il significato delle locuzioni di cui fa parte il verbo stare:

1. Srate di buon animo, io vi aiuterò. 2. Stiamo a vedere come stanno le cose. 3. Non ricevo notizie e sto sulle spine. 4. Il sughero sta a galla.

5. Sta in guardia, perchè c'è poco da fidarsi. 6. Quando mi hai telefonato stavo guardando la tivi (la televisione). 7. Sono le otto e il babbo sta per tornare. 8. Stavo a sentire le ultime novità. 9. Il verde non sta al viso di tutti. 10. Ti aspetto domani. Sta bene? 11. Se ti fidi di lui, stai fresco\ 12. È stato punito e ben gli sta. 13. Ora sta a te a distribuire le carte.

13. Traducete in italiano quanto segue adoperando le parole e le espressioni imparate:

1. Какие у нее волосы, темные или светлые? 2. Не смейтесь надо мной! 3. Мы вчера не пошли гулять из-за холода. 4. Вода доходила до окон первого этажа. 5. Из всех детей только Мариза походила на мать. 6. Муж имел привычку не слушать то, что она говорила. 7. Сильвест­ рина одна делала все домашние дела: стирала и гладила белье, поку­ пала продукты, готовила обед, убирала в доме, чинила белье, што­ пала носки. 8. Я накоплю нужную сумму и куплю себе хороший радиоприемник. 9. Приезжайте немедленно. 10. Мне надо заказать себе приличное пальто. 11. Разрешите мне воспользоваться вашим присутствием и задать вам несколько вопросов. 12. В конце концов все со мной согласились, только Павел, как обычно, молчал. 13. Не­ ужели ты на меня обиделся? 14. Сильвестрина чуть не заплакала, и мужу стало жаль ее. 15. Она всегда ходит в черном. 16. Посмот­ ревшись в зеркало, она осталась довольна своим видом. 17. Это — тайна. 18. Сейчас голубой цвет в моде. 19. Вокруг царила суматоха:

для рабочих эти увольнения были неожиданностью. 20. Дайте про­ йти,— требовал штрейкбрехер, но никто не шелохнулся. 21. Отец и сы­ новья спорили несколько минут. 22. Спорю, что он не придет сегодня! 23. Учитель сказал, что он удовлетворен моим ответом. 24. Потом все ушли, оставив Сильвестрину одну, но она не хотела оставаться дома, надела свое новое пальто и вышла на улицу. 25. Вскоре она очути­ лась в толпе женщин.

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14. Scrivete un dialogo «Dal sarto» adoperando le seguenti espressioni:

Un paltò sportivo; Un vestito a un petto (a doppio petto); Qual è il prezzo del vestito compresa la stoffa (sola confezione)?; Le maniche sono troppo lunghe; I calzoni sono stretti; Desidera la fodera di seta ?; Il prezzo è troppo caro, vorrei spendere meno; Quando posso venire per la prova?

15. Come si dice in italiano:

одеть, одеться потеплее, переодеться, надеть пальто, надеть шляпу (на голову), обувать, надеть ботинки, завязать шнурки, завязать гал­ стук, пришить пуговицу, у меня оторвалась пуговица, затянуть пояс, раздеться (снять одежду, снять пальто), снять шляпу, расстегнуться, застегнуться, поднять воротник.

16. Trovate un equivalente russo alle seguenti tipiche insegne italiane:

Es.: Farmacia — Аптека.

Farmacia. Fioraio. Fruttivendolo. Erbivendolo. Orologiaio. Libreria. Ripu­ litura a secco. Stiratrice — Lavandaia. Risuolature per uomo e donna. Abiti fatti e su misura. Tintore. Lustrascarpe. Birreria. Osteria. Trattoria. Ristorante.

17. Che lavori domestici sapete fare? Sapete cucire un bottone e rammendare un paio di calzettini? Nominate in italiano una decina di oggetti che servono per sbrigare le faccende domestiche, [щетка (половая и одежная), тряпка, пылесос, стиральная машина, утюг и т. д.].

18. Correggete la traduzione sbagliata: velluto m — шерсть

panno m — бархат cotone m — сукно seta f— шелк lana f— ситец tela f— полотно

19. Raggruppate i verbi che caratterizzano le azioni della protagonista del racconto. Fate di lei un ritratto fisico e morale.

20. Riassumete (oralmente e per iscritto) il contenuto del racconto.

2 1 . Secondo voi, che cosa disse Silvestrina durante il «comizio» improvvisato? Scrivete il suo discorso, adoperando i vocaboli e i modi di dire seguenti:

il diritto al lavoro, licenziare, licenziamento m, far senza q. e. (= fare a meno di q. e ) , risparmiare, disoccupazione f, disoccupato m, per via di, affitto m, salario m, officina f, produzione f, produrre, affamato, sfruttare, operaio m, impiegato m, casalinga f, il livello di vita, confessare, benessere m, limitare, la chiusura della fabbrica, l'occupazione della fabbrica, ap­ profittare di q. e, immediatamente, visto che, secondo il solito, crumiro m,

3 7 0

vigilare, esperienza f, rinuncia f, crudele, far pena, farsi coraggio, compassione f, cacciar via, esitare, applauso m.

22. a) Perchè gli operai dell'Arsenale scesero in sciopero?

b) Leggete il seguente trafiletto dell' «Unità» e rilevate le principali rivendicazioni degli scioperanti.

«Decisa a La Spezia una nuova sospensione del lavoro.— Crisi produttiva e miglioramenti delle retribuzioni al centro del movimento rivendicativo.

LA SPEZIA, 19.— Si è concluso oggi con successo lo sciopero di 72 ore, iniziato sabato scorso nel settore delle riparazioni navali; fin d'ora si annuncia che i lavoratori si accingono ad attuare una ancor più forte ed incisiva azione.

Nella assemblea svoltasi stamane alla Camera del Lavoro, affollata di scioperanti, è stata decisa la ripresa del lavoro a partire da domani, limitatamente però all'orario normale di lavoro. La lotta prosegue pertanto con l'abolizione dello straordinario, per riprendere forma massiccia con uno sciopero di 96 ore nei giorni di venerdì, sabato, domenica e lunedì, se nel frattempo l'Unione industriale non avrà comunicato di voler iniziare le trattative. Si estende così e non solo a la Spezia, la lotta nei cantieri navali contro la crisi e per migliorare le retribuzioni.

Rivendicazioni comuni dei lavoratori del settore navale sono: un aumento sostanziale delle retribuzioni, la riduzione dell'orario di lavoro a parità di retribuzione, il miglioramento della mensa.

23. Trovate sull' «Unità» un articolo, dedicato alla lotta sindacale dei lavoratori italiani, leggetelo e riassumetene il contenuto.

 

Espressioni da usare

scendere in sciopero (- iniziare uno

забастовать, объявить забастовку

sciopero)

 

 

la sospensione del lavoro

прекращение работы, забастовка

il miglioramento (l'aumento) delle

повышение заработной платы

retribuzioni

 

 

il movimento

rivendicativo

движение (борьба) за удовлетворение

 

 

требований трудящихся

l'abolizione dello straordinario

отмена сверхурочных (часов)

la riduzione dell'orario di lavoro

сокращение рабочего дня

ESERCIZI DI FORMAZIONE DELLE PAROLE

24. Fate entrare in frasi (oralmente) le seguenti famiglie di parole: sgarbato невежливый, грубый

garbato

вежливый, любезный

garbatezza f

вежливость

3

,

garbo m

 

sgarbatezza f

,

э

,

грубость, невежливость

sgarbo m

J

371

inusitato

— необычный

usare

 

1) употреблять

 

 

2) быть в моде

usato

 

1) бывший в употреблении

 

 

2)поношенный

uso m

1) употребление

 

 

2) обычай

spettinato — растрепанный

pettinare

причесывать

pettinarsi

причесываться

spettinarsi

растрепаться (о волосах)

pettine m

расческа, гребенка

pettinatura f

прическа

inutilmente — напрасно, бесполезно

utilmente

с пользой

inutile

1) бесполезный, ненужный

 

 

2) напрасный

utile

 

полезный, годный

utilità

f

польза

utilizzare

использовать

abitudine

f—привычка

abituare (a)

приучать

abituarsi (a)

привыкать

abituale

привычный, обычный

disabituare

отучать

disabituarsi

отучаться

inaugurazione f — торжественное открытие (съезда, памятника и т. п.)

inaugurare

(торжественно) открывать

inaugurale

вступительный (о речи и т. п.)

25. Dagli aggettivi seguenti formate dei nomi astratti; indicatene il genere e traduceteli in russo:

Es.:affettuoso — affetto m (любовь, привязанность)

alto, impaziente, pulito, nuovo, sgarbato, noioso, attento, potente, intelligente, certo, pigro, decente, sereno, giusto, grande, Serio, confuso, bello, scuro, duro, fermo, indolente, sicuro, rapido, chiaro, felice, urgente, risoluto.

ESERCIZI DI GRAMMATICA

26.Sostituite la proposizione subordinata con un infinito

оviceversa:

Es.: Certe volte decideva di non dire più una parola.— Certe volte decideva che non avrebbe detto più una parola.

372

1. Decisero di far fare alla mamma un paltò decente. 2. Dissero che le volevano bene. 3. Prima di scrivere il suo libro la Vigano conobbe lei stessa la vita dei partigiani. 4. Dissero alla mamma di stare zitta. 5. Lei fece intendere che aveva finito. 6. Uscì di casa senza salutare i suoi. 7.1 soldati videro il ragazzo salire in cima all'albero. 8. Mi sembra di poterlo dire ad alta voce. 9. Dopo essere partiti, i suoi amici non si fecero vivi. 10. Prima di pettinarmi mi guardai nello specchio. 11. Dopo aver sentito le sue parole le hanno applaudito a lungo. 12. È stato Paolo a dirmelo. 13. Sono stati i suoi parenti a insisterci. 14. A forza di leggere troppo si rovinò la vista. 15. Sei stato tu a parlarne per primo! 16. Avete fatto questi errori per non aver capito la regola.

27. Traducete in italiano quanto segue, usando un costrutto con l'infinito per i passi scritti in corsivo:

1. Матери хотелось купить швейную машину. 2. Чтобы я совершил

подобную ошибку? — Никогда! 3. Дайте мне сказать! 4. Заставьте их сознаться во всем! 5. Вы собираетесь уходить? б. Он имеет сквер­ ную привычку подсказывать. 1. Читая вслух, я все время думал о сво­ ем произношении. 8. Поев, мы занялись каждый своим делом. 9. Перед тем как идти в музей, мы купили справочник. 10. Пойдете ли вы смот­ реть этот фильм? 11. Отец вышел из комнаты, не говоря/ни слова.

28. Traducete in italiano quanto segue, usando l'accusativo con l'infinito:

Es.:

Я слышу, как около парадного ocSento una macchina fermarsi davanтанавливается машина. ti all'ingresso.

1.Пеше увидел, как фашисты остановились у двери и постучали.

2.Спрятавшись в траве, гаписты видели, как часовые молча прохажи­ вались около радиостанции. 3. Вдруг они увидели, что радиостанция взлетела на воздух. 4. Пеше увидел, что Бравин упал раненый. 5. Тол­ па, собравшаяся около дома, услышала, как Данте Ди Нанни крикнул: «Да здравствует Италия!». Через мгновение все увидели, что он бро­ сился вниз. б. Мариза увидела, что мать чуть не плачет. 7. Послыша­ лось, как кто-то в группе рабочих сказал: «Штрейкбрехеры!» 8. Рабочие увидели, как полицейские вышли из ворот и встали вдоль главной ал­ леи. 9. Сильвестрина молча слушала, как муж и дети о чем-то спорили.

29.a) Riassumete il contenuto del racconto in prima persona,

b) Mettete il verbo tra parentesi alla forma dovuta:

Tutti la (chiamare) «mamma», benché (essere) piccola e magra. Il marito e i figli (essere) alti e grossi, (sembrare) impossibile che li (fare) lei. Le (voler bene), ma (aver l'abitudine) di non lasciarla parlare.

Un giorno (decidere) di farle fare un paltò nuovo/benché «la mamma» non (andar) mai fuori. La figlia Marisa (comprare) la stoffa, la (prendere)

373

di un rosso vivo. A Silvestrina non (piacere) quel rosso, (cercare) di protestare, ma infine (dovere) tacere. La sarta le (fare) un paltò con otto bottoni neri sul davanti. Il marito (dire) che (sembrare) un portiere d'albergo. La madre (aversene a male), ma i ragazzi la (circondare) e la (convincere) che il paltò le (star bene). Amedeo le disse che (specchiarsi). Poi tutti (uscire) a passeggiare.

30. Sostituite ai puntini una preposizione conveniente:

1. Approfittiamo ... la pausa per fare due passi. 2. Non si sono accorti

... la mia assenza. 3. Sin ...

l'inizio tutti stavano zitti. 4. La finestra della

nostra sala da pranzo dà ...

il giardino. 5. Questa giacca sta meglio

... me

che ...

te. 6. Paragoniamo questo film... quello che abbiamo visto la

settimana scorsa. 7. Ho rinunziato

... il suo aiuto. 8. Ha confessato tutto

... la madre. 9. Conosci la ragazza ...

la quale Paolo fa la corte? 10. È molto

affezionato ...

la nostra famiglia. 11. Dovete aver compassione ...

questi

poveri ragazzi. 12. Vieni ...

bere un bicchiere di birra!

 

31. Traducete quanto segue in italiano, badando alla preposizione

russa

«no»:

 

 

 

 

1. Мы долго бродили по городу. 2. Идите по (вдоль) набережной, до моста. 3. Кто ваш отец по профессии? 4. На днях я встретил своего товарища по школе. 5. По воскресеньям мы встаем позже, чем обычно, б. Можно сообщить ему это по почте. 7. По радио передают очень хорощий концерт. 8. Входите в аудиторию по одному! 9. По дороге дру­ зья рассказали мне все новости.

32. Sostituite ai puntini un articolo conveniente:

 

 

Silvestrina era ...

donna piccola e magra. Aveva ...

capelli biondi,

sbiaditi.

...

marito e

...

figli avevano

... abitudine di interromperla se

parlava. La mamma lavorava da

... mattina a ...

sera. ...

giorno,., suoi

decisero di farle fare ...

 

paltò nuovo ...

Marisa andò a comprare ...

 

stoffa

e la prese di

... rosso vivo. La mamma rimase scontenta: avrebbe voluto

... stoffa più scura. Quando si mise ...

paltò nuovo, Amedeo, ... marito,

disse che sembrava ...

portiere d'albergo.

 

 

 

 

 

... giorno dopo quando arrivarono all'officina videro...

lungo elenco

di nomi e

...

loro tra ...

 

primi: erano cominciati

... licenziamenti. «È ...

porcheria» — disse ...

vecchio operaio molto stimato da tutti. ...

 

operai

decisero di scioperare.

 

 

 

 

 

 

 

 

Silvestrina rimase a casa sola. Era preoccupatissima di ...

suoi; si

mise

... suo bel paltò rosso è uscì in istrada....

città era tutta sottosopra:

era ...

piccola città che viveva con ...

lavoro dell'Arsenale. Silvestrina si

trovò in ...

folla di donne. Era ...

donna timida e taciturna, ma le venne

... desiderio di parlare. Prima piano con ...

vicine, poi

più forte

. ... di

suoi figli gridò: «Babbo ...

mamma laggiù fa

...

comizio». Parve

...

cosa

impossibile. Ma riconobbero ...

paltò rosso. ...

 

mamma parlava, trovava

... parole belle, rapide, chiare.

 

 

 

 

 

 

 

 

374

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ESERCIZI DI TRADUZIONE

33. Traducete in russo quanto segue, badando alle parole scritte in corsivo:

a)1. Beppino e il barrocciaio arrivarono alla caserma dei carabinieri.

2.Sulla soglia apparve il berretto nero di un milite. 3. Un pugno di traditori fascisti, i «repubblichini», si schierò al loro fianco. 4. 6. Pesce descrive gli episodi più salienti della lotta eroica combattuta dai GAP contro i nazifascisti. 5. Angela non voleva che Andrea partecipasse allo sciopero a rovescio.

b)I maccheroni

Gli storici fanno risalire l'apparizione degli spaghetti a Napoli al 1200: un cuoco napoletano, di nome Chico, fatto un pastone di farina di grano, lo fece passare attraverso uno staccio forato.

Da allora a Napoli si andò perfezionando continuamente il metodo di produzione di questi spaghetti, finché essi divennero una specialità locale. Più tardi apparvero vermicelli, fettuccine, tagliatelle, agnolotti, ecc.

I maccheroni sono un piatto nazionale italiano. Si mangiano per

minestra a pranzo e a cena, in brodo '«pasta in brodo»), oppure cotti («pasta asciutta»), conditi colla salsa di pomodoro о col formaggio grattuggiato e burro.

34. Traducete in russo quanto segue, tenendo presente la regola della traduzione delle parole internazionali:

1. Silvestrina sbrigava mille faccende, senza contare quelle misteriose ed economiche:^ vasetti dì marmellata. 2. Il fascismo divenne lo strumento

principale di repressione armata del movimento dei lavoratori. 3. La politica socialista era volta a continuare il dialogo coi cattolici. 4. Tornò il clima della guerra fredda. 5. Il congresso del PCI si tenne un anno dopo. 6. Si parlò della costituzione di un nuovo ministero. 7. I neofascisti continuarono sotto la protezione democristiana le loro mene.

35. Traducete quanto segue in russo, senza usare le parole russe di provenienza straniera:

Es. realizzare — осуществлять, проводить

realizzare, industriale, il problema, progressivo, inerte, variare, analogo, il commercio, accentuare, reale, generale, il comunicato, elastico, le memorie, specifico, intenso.

LETTURA SUPPLEMENTARE

Renata Vigano

LA STORIA DI AGNESE

La prima volta che vidi l'Agnese, о quella che nel mio libro porta il nome di Agnese, vivevo davvero in un brutto momento. Ero in un paese della Bassa1, sola col mio bambino. Mio marito l'avevano preso le S.S.2

375

a Belluno, non ne sapevo più niente, ogni ora che passava lo vedevo torturato e fucilato, un corpo anonimo che non avrei trovato mai più, neppure per seppellirlo. Nel villaggio mi credevano una sfollata della città, con la casa distrutta da un bombardamento: a causa dell'arresto di mio marito avevo perso i contatti coi compagni, non potevo parlare con nessuno dei miei veri dolori.

Venne l'Agnese un giorno che stavo giù nel greto del fiume a guardar giocare il bambino con la sabbia e intanto pensavo che forse sarei stata sempre così, da sola a guardarlo giocare, e poi studiare e poi crescere e diventare uomo senza il babbo. L'Agnese mi arrivò vicino con i suoi brutti piedi scalzi nelle ciabatte. Vidi per primi quei brutti piedi, ero tanto piena dì odio e di pena che mi fecero schifo.

Poi intesi la sua voce che diceva: «È Lei la contessa»,— e allora tutto cambiò colore: mai il mio nome di battaglia mi aveva dato tanta gioia a sentirlo pronunciare. Mi sentii riammessa nel giro3; non più «sfollata» ma partigiana, non più esclusa, ma facente parte di una organizzazione, di un movimento, di un ente vivo. Mio marito nella cella delle S. S., io libera sui sassi deserti del fiume: eppure eravamo vicini.

«Non so chi sia la contessa», dissi freddamente per competenza cospirativa*. Ma intanto guardai la donna grossa, mi alzai per veder meglio la sua faccia perchè sono miope, brutto difetto nella lotta clandestina.

L'Agnese mi porse un pezzo di carta, e quella era una prova. Un pezzo qualsiasi di carta, stracciato a metà, non ha significato se non per chi ha in mano l'altra metà. «Mi manda Lino» — disse l'Agnese,— «Dice che stia tranquilla. Se succede una disgrazia a suo marito, ci sono sempre i compagni».

Ecco, allora si ragionava così. Se uno spariva, si stringevano le file, il vuoto era subito cancellato. Il dispiacere bisognava farlo diventar piccolo, che stesse nello spazio del cuore. Di fuori non c'era posto perchè dei dispiaceri ne avevamo tutti. Piuttosto lavorare più forte; almeno quella sparizione di uno servisse a qualche cosa per gli altri, non portasse àgli altri un danno troppo grande. Io dissi: «Va bene. Che cosa devo fare?».

Questa fu la prima volta. La seconda eravamo più contenti. Mio marito s'era salvato la pelle5 saltando da una finestra alta: le S.S. ci avevano fatto una colica di fegato che un partigiano, un comandante, gli fosse scappato, gli avesse tolto il piacere di fucilarlo. Noi stavamo in brigata, armati e sicuri: nelle ore dì ozio i partigiani tagliavano i pennacchi delle canne, facevano le scope per il mio bimbo. Uno gli costruì anche un carrettino.

Quando arrivò l'Agnese per rimanere con noi, e ci riconoscemmo e parlammo insieme perchè era un giorno calmo, non crediate che ci si dicesse frasi eroiche. Nessuno nella guerra partigiana diceva mai frasi

eroiche, neppure quando stava per morire. Tutt'al più gridava: «Viva i partigiani» о cantava «Bandiera rossa» e questo è già molto per uno che

sta per morire. Ma spesso cadeva in silenzio, col rumore dei mitra che spengono tutte le parole.

Con l'Agnese, quel giorno parlammo di gatti. Lei aveva una gatta grigia, fino a poco tempo addietro, e gliel'ammazzò un tedesco per gioco. I tedeschi avevano spesso questo modo di scherzare. Ma l'Agnese non scherzava, e ammazzò il tedesco, e poi scappò in brigata e ci rimase...

1in un paese della Bassa — в одном городке Эмилии

гle S. S.— эсэсовцы

3mi sentii riammessa nel giro — я почувствовала, что снова включилась в борьбу

4per competenza cospirativa — согласно правилам конспирации

5salvarsi la pelle — спастись

Espressioni da ricordare

far schifo a qd

вызывать отвращение

stracciare a metà

разорвать пополам

portare (recare) un danno a qc, qd

наносить вред, ущерб

nelle ore di ozio

на досуге, в часы досуга

tutt'al più

самое большее, максимум

fino a poco tempo addietro

до недавнего времени

per gioco

в шутку, «играючи»

Compito per la lezione riassuntiva

1.Parlate sui temi:

a)Renata Vigano, la sua vita e i suoi scritti.

b)Le principali rivendicazioni sindacali dei lavoratori italiani,

e)La donna lavoratrice in Italia (sulla base dei giornali italiani).

2.Descrivete l'aspetto e l'indole di vostra madre. Raccontate la sua vita.

3.Raccontate la storia di una madre secondo un'opera letteraria russa

оstraniera. (Per es. Gorki «La madre »).

376

Testo: Alberto Moravia. «Romo e Remo»,

Grammatica: Forma impersonai del verbo.

Traduzione: Ordine delle parole

Alberto

Moravia*

ROMOLO E REMO

 

L'urgenza della fame non si può paragonare a quella

degli altri

bisogni. Provatevi a dire ad alta voce: «Mi serve un paio di scarpe... mi serve un pettine... mi serve un fazzoletto», tacete un momento per rifiatare, e poi dite: «Mi serve un pranzo», e sentirete subito la differenza.

Per qualsiasi cosa potete pensarci su, cercare, scegliere, magari rinunziarci, ma il momento che confessate a voi stesso che vi serve un pranzo, non avete più tempo da perdere. Dovete trovare il pranzo, se no morite di fame. Il cinque ottobre di quest'anno, a mezzogiorno, a piazza Colonna, sedetti sulla ringhiera della fontana e dissi a me stesso: «Mi serve un pranzo». Da terra dove, durante questa riflessione, volgevo gli occhi, levai gli sguardi al traffico del Corso1 e lo vidi tutto annebbiato e tremolante: non mangiavo da più di un giorno e, si sa, la prima cosa che succede quando si ha fame è di vedere le cose affamate, cioè vacillanti e deboli come se fossero esse stesse, appunto, ad aver fame. Poi pensai che dovevo trovare questo pranzo, e pensai che se aspettavo ancora non avrei più avuto la forza neppure di pensarci, e cominciai a riflettere sulla maniera di trovarlo al più presto, Purtroppo, quando si ha fretta non si pensa nul la di buono. Le idee che mi venivano in mente non erano idee ma sogni:

«Salgo in un tram ... borseggio un tale ... scappo», oppure: «Entro in un negozio, vado alla cassa, afferro il morto2 ... scappo». Mi venne quasi il panico e pensai: «Perduto per perduto, tanto vale che mi faccia arrestare per oltraggio alla forza3 pubblica ... in questura una minestra me la danno sempre». In quel momento un ragazzo, accanto a me, ne chiamò un altro:

«Romolo». Allora, a quel grido, mi ricordai di un altro Romolo che era stato con me sotto le armi. Avevo avuto, allora, la debolezza di raccontargli

* Alberto Moravia (Alberto Pincherle) è nato a Roma, nel 1907. Cominciò a scrivere ancor da giovane e all'età di 22 anni, nel 1929, pubblicò il suo primo romanzo «Gli Indifferenti», una delle opere più notevoli della narrativa contemporanea italiana. La società borghese dell'Italia fascista è sottoposta in questo romanzo a una critica spietata, perciò le autorità fasciste fecero di tutto perimpedire a Moravia di pubblicare le sue opere. Solo dopo la caduta del fascismo Moravia riprende la sua attività di romanziere. Ha scritto i romanzi «Agostino» (1944), «la Romana» (1947), «Il Conformista» (1951), «Il Disprezzo» (1954), «La Noia» (1960), «Racconti romani» (1954) e«La Ciociara» (1957).

Il Vaticano ha inserito le opere di Moravia nella lista dei libri interdetti (nel 1952). Il brano che segue è tratto dai suoi «Racconti romani».

qualche bugia: che al paese ero benestante mentre non sono nato in alcun paese bensì presso Roma, a Prima Porta. Ma adesso, quella debolezza mi faceva comodo. Romolo aveva aperto una trattoria dalle parti del Pantheon. Ci sarei andato e avrei mangiato il pranzo di cui avevo bisogno.

Poi, al momento del conto, avrei tirato fuori l'amicizia, il servizio militare fatto insieme, i ricordi... Insomma, Romolo non mi avrebbe fatto arrestare.

Per prima cosa andai alla vetrina di un negozio e mi guardai in uno specchio. Per combinazione, mi ero fatto la barba quella mattina con il rasoio e il sapone del padrone di casa, un usciere di tribunale che mi affittava un sottoscala. La camicia, senza essere proprio pulita, non era indecente: soltanto quattro giorni che la portavo. Il vestito, poi, grigio spinato4, era come nuovo: me l'aveva dato una buona signora il cui marito era stato mio capitano in guerra. La cravatta, invece, era sfilacciata, una cravatta rossa che avrà avuto dieci anni. Rialzai il colletto e rifeci il nodo in modo che la cravatta, adesso, aveva una parte lunghissima e una parte corta. Nascosi la parte corta sotto quella lunga e abbottonai la giacca fino al petto. Come mi mossi dallo specchio, forse per lo sforzo di attenzione con cui mi ero guardato, la testa mi girò e andai a sbattere contro una guardia ferma sull'angolo del marciapiede. «Guarda dove vai» disse, «che sei ubriaco»? Avrei voluto rispondergli: «Sì, ubriaco di appetito». Con passo vacillante mi diressi verso il Pantheon.

Sapevo l'indirizzo, ma quando lo trovai non ci credevo. Era una porticina in fondo a un vicolo cieco, a due passi da quattro о cinque pattumiere colme. L'insegna color sangue di bue portava scritto: «Trattoria, cucina casalinga»; la vetrina, anch'essa dipinta di rosso, conteneva in tutto e per tutto una mela. Dico una mela e non scherzo. Cominciai a capire, ma ormai ero lanciato5 ed entrai. Una volta dentro, capii tutto e la fame per un momento mi si raddoppiò di smarrimento. Però mi feci coraggio e andai a sedermi a uno qualsiasi dei quattro о cin­ que tavoli, nella stanzuccia deserta e in penombra.

Una stoffetta sporca, dietro il banco, nascondeva la porta che dava sulla cucina. Picchiai con il pugno sul tavolo: «Cameriere!» Subito ci fu un movimento in cucina, la stoffetta si alzò, apparve e scomparve una faccia in cui riconobbi l'amico Romolo. Aspettai un momento, picchiai di nuovo. Questa volta lui si precipitò di fuori abbottonandosi in fretta una giacca bianca tutta sfrittellata e sformata. Mi venne incontro con un

«comandi» premuroso, pieno di speranza, che mi strinse il cuore. Ma ormai ero nel ballo e bisognava ballare6. Dissi: «Vorrei mangiare». Lui incominciò a spolverare il tavolo con uno straccio, poi si fermò e disse guardandomi: «Ma tu sei Remo...»

«Ah, mi riconosci», feci, con un sorriso.

«E come se ti riconosco ... non eravamo insieme sotto le armi? Non ci chiamavano Romolo, Remo e la Lupa per via di quella ragazza che corteggiavamo insieme?» Insomma: i ricordi. Si vedeva che lui tirava fuori

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