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Сборник текстов и упражнений (итальянский).doc
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10.Rispondi alle domande:

  1. Quanto pesi?

  2. È proprio il tuo peso ideale?

  3. Come ti mantieni in linea? Segui qualche dieta? Vai in palestra?

  4. È difficile mantenerti in linea per ye? Racconta un po’ della tua esperienza?

  5. Quali sono i risultati della ricerca fatta in America?

  6. Quali possono essere i problemi di una persona che ha alcuni chili di troppo?

  7. Dove si accumula il grasso di solito?

11.Dai I tuoi consigli a una persona che vuole controllare il suo peso. Testo 2

1. Leggi il titolo dell’articolo. Di che cosa si può trattare in questo articolo a giudicare dal titolo.

2. Leggi il testo

Cibo così amato e così odiato. Gradevole da vedere ma “cattvo” da mangiare. Perché il vero tabù è il piacere della gola”

Metti una sera a cena. Niente mucca pazza, ovviamente. Ma nemmeno pesce, se fosse al mercurio? Le verdure sanno di pesticida. Pasta? Solo se il sugo è leggero, e comunque mai abbinata alle proteine. Un dolce? Ma fa ingrassare. Ma è buono. Ma che c’entra questo.

Scene di ordinaria follia intorno alla tavola degli italiani, spaghetti con le mani, ma non si sognano nemmeno di imitarlo. Meglio: lo sognano e basta. Perché il cibo è diventato il nostro ultimo vero peccato, ora che il sesso non scandalizza più. L’unico di cui pentirsi. L’unico per cui non sia prevista misercordia.

Una nervosi che colpisce tutti: dai bambini che si sentono ormai dire dalle mamme, “attento che ingrassi”, alle donne che non se lo dicono nemmeno più, ai militanti dell’ alimentazione senza grassi-senza zuccheri-senza sapore, ai pedolari tra pasticceria e palestra. Eppure parliamo tanto di cibo, leggiamo tanto di cibo, sappiamo tanto di cibo. Mangiarlo, è un’altra storia. Nelle edicole italiane le riviste di gastronomia ed enologia sono sempre più numerose: in un anno le vendite sono aumentate rispettivamente dell’8,8 e del 6,4 per cento. Ma su altri periodici inperversano titoli sui veleni nel piatto, diventare magri e restarci, conciliare gusto e linea, magari cibo e sesso. L’Espresso dedica copertine alla magrezza “politically correct”, a giugno il mensile Come regala la guida ai 200 migliori ristoranti d’Italia e nello stesso tempo pubblica un servizio su “Digiunare per essere felici”. Non siamo soli, comunque. Il Nouvel Observateur strilla in prima pagina Manger sans risques, e dichiara che presto saranno sempre più popolari due parole, alicament (contrazione di aliment e medicament, alimento e farmaco) e nutraceutique (nutrition e pharmaceutique, alimento e farmaceutica): erano più suggestivi soupe à l’oignon e filet au poivre, ma anche i francesi ormai chiedono al cibo di proteggerli dalle malattie, assottiglirgli la figura, allungargli la vita.

Già, perché il nostro rapporto nevrotico con il cibo è molto di più che un fatto di calorie. È anche una questione di cuore. “Mangiare non è solo introdurre proteine o carboidrati. È piacere, godere della vita”, sostiene Lella Ravasi Bellocchio, psicanalista junghiana. “Far da mangiare” è il modo attraverso cui comunichiamo agli altri il nostro amore, la nostra cura, la nostra inventiva.