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01.04.2025
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Possessivi

Mio mia miei mie; tuo tua tuoi tue; suo sua suoi sue

Nostro/a/i/e vostro loro

Mio padre e mia madre; tuo marito e sua moglie; suo figlio e sua figlia; mio zio e mia zia

Tuo fratello e tua sorella; mio nonno e mia nonna; sua nipote

I miei genitori; i nostri figli; i suoi fratelli; i suoi nonni; i miei zii; i nostri parenti

Di chi è questa penna? E’ mia.

Di chi sono questi libri? Sono i miei (sono miei)

Volere

Voglio imparare bene l’italiano

Vuoi prendere un caffe?

Vuole invitare tutti gli amici

Vogliamo partire alle 11

Volete passare le vacanze al mare

Vogliono restare a casa

Potere

Posso rimanere ancora un po’

Puoi prendere l’autobus 25

Può venire stasera

Possiamo fare l’esame

Potete uscire

Possono aspettare un attimo

Dovere

Devo decidere subito

Devi parlare con la padrona di casa

Deve fare silenzio

Dobbiamo dire la verità

Dovete pagare le tasse

Devono fare attenzione

Andare

Vado a casa, a scuola, a lezione, a teatro, a letto; a Roma, a Mosca

vai al mare, al lago, al bar, al cinema, al ristorante, alla stazione

va in biblioteca, in classe, in città, in campagna, in montagna, in chiesa, in albergo, in ufficio

andiamo in gelateria, in pizzeria, in segreteria, in pasticceria; in Italia, in Russia, in Sicilia

andate a studiare, a vedere un film, a dormire, a mangiare al ristorante

vanno da Maria, dai nonni, dal dentista,

venire

vengo a piedi

vieni in bicicletta

viene in macchina

veniamo in treno

venite in aereo

vengono in autobus

dove vai? Da dove vieni?

Che ore sono? Che ora è?

E’ l’una, è l’una e un quarto; è l’una e mezza; sono le due meno un quarto; sono le due meno dieci; sono le due. E’ mezzogiorno. E’ mezzanotte.

A che ora....?

ABITARE: LA CASA IN MONTAGNA

.... La casa di Cortina dei miei zii è fantastica. È una vecchia casa, un po’ fuori del paese: davanti solo prati e dietro comincia il bosco.

Il piano terra è occupato tutto dalla grande cucina che naturalmente fa anche da sala da pranzo e di soggiorno, molto luminosa perchè ha tre finestre. L’arredamento è semplice, ma non manca niente: da un lato un grande tavolo con sgabelli e panche, nell’altro angolo il divano e qualche poltrona per la lettura e il camino. Qui la sera fa già un po’ freddo e comunque è bello stare a chiacchierare attorno al fuoco. La cucina è ben attrezzata: fornello a gas, frigo, pentole e stoviglie varie in quantità. Non c’è la lavapiatti, ma non è una cosa grave: siamo in vacanza e poi facciamo a turno.

Sempre a pian terreno il bagno con la doccia e un ripostiglio.

Al piano di sopra tre camere da letto. In tutto ci sono cinque posti letto, contando anche il divano in sala. Volendo si può anche mettere una brandina.

Per te ho preparato una stanzetta che ti piacerà tantissimo. Hai presente il quadro della stanza di Van Gogh? Ecco, qualcosa di simile: il letto, il comodino, la sedia impagliata... La finestra guarda sulla valle e davanti hai le Tofane.

Ricordati di portare gli scarponi: il Cristallo ci aspetta!

LA CASA ALVEARE

Abitiamo in un grande edificio grigio alla periferia della città. Ce ne sono tanti uguali, lì intorno, monotoni, identici.

I palazzi sono come dei grandi cubi grigi; ce ne sono una trentina. Li distingui solo per il numero. Un po’ di colore è dato dalle tende delle terrazze, azzurre, color cielo. Peccato però che anche loro sono tutte uguali; lo stesso azzurro al primo, secondo, terzo e quarto piano.

Dentro abitano sedici famiglie, quattro per ogni piano. Gli appartamenti (la cucina, due stanze, il bagno) sono piccoli. Tutti si lamentano. Mia madre e le vicine passano tutto il tempo, quando si incontrano, a dir male della casa. Ma c’è poco da fare. Non hanno soldi per pagare appartamenti più belli.

I muri sono molto sottili. Sentiamo tutto quello che dicono nell’appartamento accanto.

I bambini non hanno un cortile dove giocare. In strada non possono andare perchè è pericoloso. Così passano il tempo per le scale. Il loro gioco preferito è “Chi fa prima”.

In pratica è una corsa per le scale. Partono in cinque o sei dalla porta d’ingresso. Si sente una voce che grida “Via!”, poi corrono tutti. La casa trema.

Quando arrivano in cima alla scala, litigano ancora.

“Io sono il primo!”. “No, non vale. Mi hai dato uno spintone”. “Sei un imbroglione!”

“Cosa hai detto?” “Che sei un imbroglione. Te lo ripeto. Non ho mica paura, sai”.

“Adesso ti faccio vedere io...”. Questo capita quasi ogni pomeriggio.

Preparativi

Io vivo a Mosca. Domani devo partire. Vado in Italia.

Dunque, che cosa prendo? Siamo in primavera: prendo un giubbotto o un impermeabile? No, a Roma fa già caldo. Allora una giacca? Sì, una giacca basta. Mia madre dice di prendere anche un maglione. Va bene, prendo anche un maglione.

Sono davvero uno sbadato. Dov’è il libro che devo portare a Teresa, un’amica italiana di mio fratello? Strano, la lettera c’è e il libro no. Ah, ecco il libro. E le cartoline? E le cassette per l’amica di Sandro? La valigia è già piena.

Ora la cosa più importante: il passaporto. È qui. E il biglietto? Anche. E i soldi? Non devo dimenticare i soldi.

Stasera resto a casa, vado a letto presto.

Arrivo a Roma

- La temperatura a Roma è di 20 gradi - dice la hostess.

C’è molta gente a Fiumicino. La folla si divide subito. I “comunitari” vanno a destra, tutti gli altri a sinistra. Gli italiani arrivati da Mosca sono allegri. Hanno fretta di andare a bere un vero caffè. I tedeschi tirano fuori la guida. Gli americani cercano un bar. I giapponesi fanno le prime fotografie. Una simpatica signorina controlla i passaporti. C’è anche un poliziotto con il mitra, ma a una certa distanza.

Con gli amici

Non vedo il mio amico Franco. Questo Franco è sempre in ritardo! Ecco che arriva...

- Ciao, Franco! Come stai?

- Bene, grazie? Ben arrivato. Hai fatto un buon viaggio?

- Ottimo. E Daniela dov’è?

- È in macchina con Elisabetta.

- Elisabetta? Chi è?

- È la sorella di Daniela, una simpaticissima ragazza. Siamo in quattro: c’èe con noi anche un ragazzo di Firenze che tu non conosci.

- Come si chiama?

- Si chiama Sandro. Sandro, cioè Alessandro, come Sascia e Alexandr. Tu sei Sascia e lui Sandro.