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GIOVANNI DOTOLI

Università degli Studi di Bari Aldo Moro

San nicola tra oriente e occidente nel segno dell’unita’

1. Una città, un santo orientale

Una città, un santo.

Così appare la città di Bari, la capitale della regione Puglia, nel Sud dell’Italia, che si colloca di fronte all’Albania e alla Grecia, e quindi all’intero Europa Orientale e al Medio ed Estremo Oriente.

Ciò da poco meno di mille anni, dal maggio 1087, quando 62 marinai baresi con ardita impresa si sono impossessati delle reliquie di San Nicola, a Mira, oggi Demre, in Turchia, traslandole a Bari.

Da quel momento, la storia di Bari cambia totalmente. Tutto si identifica con San Nicola, il commercio, il lavoro, la vita quotidiana, i rapporti con gli altri popoli.

E’ come se la meravigliosa memoria d’Oriente abbia viaggiato dai confini tra Europa e Asia fino al Sud dell’Italia, anticipando rotte di commercio, di fede e dei meraviglie che saranno al centro della storia, dallo stretto di Istanbul al Golfo di Venezia, e poi oltre la Sicilia fono allo stretto di Gibilterra.

Un santo venuto dal mare, un santo di traffici e di incontri, di porti e di città, di navigazione e di terre di pellegrini, simbolo della storia cui tante meravigliose pagine ha dedicato lo storico francese Fernand Braudel, il più grande studioso del Bacino Mediterraneo e delle sue civiltà.

In poco tempo, tutta la città di Bari diventa emblema del santo del viaggio e del dialogo. Le strade si tappezzano di edicole con statuette di San Nicola, il grande castello bizantino sul mare viene adattato e trasformato in imponente Basilica di San Nicola, nasce una vera e propria città nicolaiana, con franchigie d’ogni tipo, come se fosse un’ambasciata di paese straniero, ogni negozio si addobba con la figura di San Nicola.

Insomma un connubio salvifico tra una città e un santo, con la nascita e la ripresa di antiche leggende, e l’inizio di una rete spirituale e materiale che va dai confini con l’Asia e l’Africa fino all’intera Europa.

La città di Bari sovente non si chiama più con il suo nome, ma ormai con quello del suo Santo: la città di San Nicola. E San Nicola non si chiama più San Nicola di Mira, da dove viene, ma San Nicola di Bari.

Insomma un asse tra religione e vita, sacro e profano, quasi un modello esistenziale per l’intera Europa e per tutto l’Oriente. San Nicola diventa patrono di Bari, mettendo da parte il grande santo precedente, San Sabino, e Bari diventa luogo delle reliquie di San Nicola, ed è quindi visitata a tale titolo da papi, crociati, imperatori, monaci, eremiti, ricchi e poveri.

Un luogo fino ad allora tutto sommato anonimo si fa centro di pellegrinaggio, sulla rotta tra l’Europa e la Terra Santa, passando per Roma e per Monte Sant’Angelo, luogo del culto di San Michele Arcangelo.

Storia e leggenda si incrociano. La città e la sua Basilica, il luogo e il suo simbolo, San Nicola, si fondono in maniera unica, un po’ come accade in altri luoghi dello spirito, a livello mondiale.

Bari deve a San Nicola la sua fama, se non la sua stessa esistenza. Fino al punto che il cognato di Napoleone Bonaparte, nel 1813, non potrà non nominarla capitale dell’intera regione, e punto di riferimento dell’apertura costante dell’Italia al Mediterraneo e ai paesi d’Oriente.

In realtà, il culto di San Nicola esiste da secoli, quando le sue reliquie sono traslate a Bari. E’ un culto che va dall’area dell’attuale Turchia fino al Nord dell’Europa, sin dal VI secolo dopo Cristo, quindi appena due secoli dopo la vita terrena di San Nicola, vescovo di Mira e punto di riferimento dell’azione di cristianizzazione dell’Oriente.

Molte tracce lo confermano.

2. San Nicola nel mondo

Possiamo senza ombra di dubbio affermare che San Nicola è il santo più diffuso nel mondo cristianizzato. Si calcola che nel mondo ci siano migliaia di chiese a lui dedicate, ma è impossibile contarle. A ciò si aggiungano tanti toponimi: luoghi che per tradizione miracolistica o comunque religiosa portano il nome del Santo Nicola. Persino sulla piazza antistante le due Torri gemelle di New York, c’era una chiesetta di San Nicola.

Racconti, leggende e testimonianze, in un folklore che non ha confini, vedono San Nicola al centro di leggende di derivazione latina, slava o nordica. La fonti storiche, per giunta scarse, si mescolano ancora una volta con la leggenda, con la fantasia dei popoli, facendo di San Nicola il santo dei miracoli e il taumaturgo per eccellenza.

L’intero mondo slavo si affida a San Nicola, per la propria vita quotidiana e per le proprie preghiere. Lo vedremo tra poco soprattutto per la Russia, il vostro grande e nobile paese.

Un rapporto particolare San Nicola ha con l’intera Europa. Dal Portogallo alla Russia e dalla Grecia alla Finlandia, eccolo proteggere mari, città e monti. E’ come se San Nicola seguisse la rotta di tante leggende, e delle stesse lingue che parliamo – si chiamano lingue indoeuropee, dunque nate in una vasta imprecisata area del sud dell’Asia e via via spostatesi, con mutamenti continui, in viaggio con gli uomini, in tutta l’Europa e poi nel mondo intero dopo la scoperta dell’America e dell’Australia.

Dal mondo bizantino che rappresenta, via via San Nicola diventa il trait d’union di una lunga catena di storia che inonda il mondo intero, incrociandosi con la storia vera.

Per esempio, è indubbio che i Normanni, che conquistano il Sud dell’Italia all’inizio del primo millennio, per contrastare il grande potere della città di Venezia, al centro del mare Adriatico Nord, sono all’origine della traslazione delle reliquie di San Nicola da Mira a Bari.

San Marco doveva essere sostituito da san Nicola, sotto il segno dei commerci e dei viaggi per l’Europa e per il mondo conosciuto fino ad allora.

Ecco dunque che San Nicola, in poco tempo, con la forza del suo mito e del suo senso del dialogo diventa il modello della santità, icona, cioè immagine, di protezione e di culto : un solo esempio, tutti i marinai greci hanno in cabina una icona del santo.

In Francia, in Germania, in Inghilterra, in Spagna, in America, in Argentina, in Portogallo, in Belgio e in Olanda, in Danimarca, Svezia e Islanda, troviamo San Nicola un po’ dappertutto. Per esempio, la più grande chiesa dopo quella di Bari si trova in un piccolo paese della Lorena, Saint-Nicolas de Port, a pochi chilometri da Nancy. Non va dimenticato che San Nicola è patrono della Lorena.

I manufatti artistici del Tesoro di San Nicola, a Bari, per la loro provenienza dall’intera Europa, confermano un pellegrinaggio di ordine universale, per un santo universale. Ricordo quelli donati dal re Carlo II d’Angiò e dal re di Serbia Urosio.

E’ poi indubbio che San Nicola è personaggio chiave di tante letterature, nel teatro, nei componimenti religiosi e nel romanzo. Cito il famoso Jeu de saint Nicolas di Jean Bodel, della fine del XII secolo, e il Poema di San Nicola di Robert Wace, normanno, che si colloca tra il 1140 e il 1150.

Il poeta sassone Godric, un tempo pirata e poi fulminato sulla via di Damasco, pellegrino in Terra Santa e devotissimo di San Nicola, scrive:

San Nicola verità divina,

sostieni benevolmente la nostra casa,

dalla nascita alla morte,

San Nicola conduci a buon fine.

In questo contesto, non mi è dato prolungarmi a lungo sulla centralità di San Nicola nel mondo, ma sono sotto gli occhi di tutti la sua immagine carismatica, il senso della sua evangelizzazione, la sua confusione persino con il Bambino Gesù, in alcune leggende popolari, come si vedrà.

Quanti nel mondo si chiamano Nicola?

Cioè Nik, Niklas, Nickel, Klos, Clewi, Clausli, Colin, Colette, Nicolas, Nikolaieff, Mikula, Micha,Clas, Mikuliez, Loser, Klest, Nigg, Niksa, Nikoles, ecc.?

Persino la poesia ha sposato san Nicola. Un tempo il distico si chiamava Nicolas!

E qui si innesta la leggenda più famosa nel mondo, quella di Santa Klaus, il San Nicola dei nostri tempi che porta doni ai bimbi, la notte del 6 dicembre, che poi si incrocia di nuovo con Gesù Bambino e diventa lo stesso Babbo Natale.

Ecco allora che San Nicola diventa il santo dei bambini, il santo dell’infanzia, della purezza e del dono, della redenzione, l’intermediario tra il male terreno e il bene celeste.

In tutto ciò, i Paesi europei del Nord hanno un grande merito: quello di aver saputo conservare la tradizione religiosa affidandola ai bambini, con appunto Santa Klaus o Babbo Natale.

Possiamo allora veramente affermare che San Nicola è il santo del mondo, in ogni paese protettore di popoli innumerevoli, di genti e di identità d’ogni sorta.

Ma io sono qui nel vostro meraviglioso paese, e voglio allora parlarvi soprattutto di San Nicola e la Russia, di san Nicola patrono di tutte le Russia, e soprattutto santo per ogni evenienza.

3. San Nicola e la Russia

La chiesa ortodossa russa, come è noto, così annuncia la festa di San Nicola del 9 maggio di ogni anno: “E’ arrivato il giorno della luminosa festività, la città di Bari gioisce e con essa l’universo intero eleva canti e inni spirituali, poiché questa è la sacra solennità della traslazione delle venerate e miracolose reliquie del Santo e taumaturgo Nicola”.

Bari, dunque, con il suo Santo, è sin dall’inizio al centro del suo culto nella nobile Russia. Già dal 1089, due anni dopo la traslazione delle reliquie a Bari, il metropolita di Kiev Giovanni II istituisce la festa di San Nicola. Tutto viaggia dunque in consonanza: San Nicola verso l’Occidente, mentre l’Oriente contemporaneamente lo celebra.

Le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Russia e la stessa letteratura russa, confermano lo straordinario sodalizio tra il popolo russo e la figura di san Nicola. Nel XVII secolo Martin Ber scrive che la festa di San Nicola è più importante di quella della Domenica delle Palme e della stessa Pasqua.

C’è un vero e proprio rapporto di amore tra i Russi e San Nicola. Essi lo amano perché incarna la difesa dei poveri, dei condannati ingiustamente, di coloro che si trovano nelle disgrazie e nelle sofferenze.

E’ il santo dei contadini e degli artigiani, il buon pastore che aiuta tutti, senza distinzione..

I proverbi russi lo confermano: “Elia lo preghi per la pioggia, Nicola per ogni necessità”: “Nicola è più grande di Elia: Elia è severo, Nicola è misericordioso”; “Uno solo è il Dio dei campi, Nicola”.

San Nicola il Santo più venerato dal popolo ortodosso russo. Per questo ogni famiglia ne ha un’icona tra le sue mura. Il teologo russo Pavel Florenskij scrive: “Per la coscienza russa il modello di santità è stato sempre prima di tutti San Nicola. Proprio in lui, e in nessun altro, il popolo vede la realizzazione più efficace di una figura ecclesiastica che vigila sul paese, dell’episcopato inteso nel senso più alto della parola. Ripeto, l’immagine di San Nicola taumaturgo da tempo si è costituita non come l’immagine di uno fra i molti santi, ma come il tipo vero di Santo, il rappresentante della santità umana”.

San Nicola è collegato ai destini della Russia sin dai primi tempi della sua cristianizzazione. Una gran quantità di chiese e monasteri vi sono a lui dedicati. Il popolo russo lo vede come custode della stessa Chiesa, in qualità di garante e testimone della Verità.

Dalle descrizioni della Russia, a partire dal XVI secolo, apprendiamo che durante le esequie viene affidata tra le mani del defunto una “Lettera a San Nicola”, in quanto “principale avvocato e custode delle porte del Regno Celeste”.

Si tratta di un elogio della persona defunta da affidare a Dio, una sorta di raccomandazione e di garanzia di aver svolto una vita spirituale che merita il Paradiso.

Insomma ci si rivolge a Dio quasi esclusivamente per il tramite di San Nicola. In alcuni racconti egli funge da Caronte: trasporta gli esseri umani dalla riva della vita a quella della nuova vita, dopo la morte .

Nelle raffigurazioni, San Nicola prende persino il posto di San Giovanni Battista, e quindi siede alla sinistra di Cristo. Il Vangelo è talvolta chiamato in Russia Vangelo di San Nicola.

San Nicola è la luce, la figura che tutti rappresenta sulla terra e nell’Aldilà. Lo conferma la bellissima novella di Cechov Nella notte santa, in cui si ha conferma che per i Russi San Nicola è il santo nazionale, per i suoi miracoli, le sue leggende, la sua voce amata da patriarchi, profeti e apostoli.

Si legga in proposito la famosa Leggenda di Kiev, narrazione della traslazione delle reliquie di San Nicola a Bari.

Aspetto fondamentale, la Russia celebra San Nicola due volte all’anno, il 6 dicembre e il 9 maggio, esattamente negli stessi giorni in cui lo si fa a Bari. Il Santo Vescovo Nicola viene definito in maniera ardita “Cristo Nicola”, per essere egli operatore di ogni sorta di miracoli.

Il viaggiatore russo in Puglia Radoneskji, visitando la Basilica di San Nicola a Bari, non può non scrivere: “Il grande Servo di Dio San Nicola in nessun paese è venerato come qui e da noi in Russia”.

Il popolo di Russia vede dunque in San Nicola la piena incarnazione delle proprie istanze spirituali.

Il rapporto consolidato con Bari non poteva mancare. Per questo, negli anni a ridosso della prima Guerra Mondiale, la Russia costruisce una monumentale cosiddetta Chiesa Russa dedicata al Santo, recentemente ridonata al Governo russo e al popolo di Russia.

Non è un caso che un vecchio contadino russo, saputo della morte di Dio, esclami: “Dio è morto? Beh, c’è sempre San Nicola”.

Una leggenda dice che San Nicola sia giunto da Bari in Russia sopra una pietra da molino.

Prima della rivoluzione di ottobre 1917, a Mosca, Kiev e San Pietroburgo, erano fiorenti attrezzate industrie di icone di San Nicola, acune tempestate di brillanti.

Persino l’ateo scrittore francese Voltaire ammira la preghiera che i russi con commozione rivolgono a San Nicola.

4. Dialogo tra Oriente e Occidente

In una biografia russa di San Nicola, leggiamo: “Questo grande taumaturgo è conosciuto in Oriente e in Occidente, e tutti gli angoli della terra conoscono i suoi prodigi. Egli è il pronto soccorritore di tutti in ogni necessità, tenero difensore e rapido intercessore, aiuta colui che lo invoca e lo salva da ogni male”.

In una altra testimonianza russa medievale, si precisa a chiare lettere: “Le tue reliquie operanti tanti miracoli andarono nella città di Bari, affinché dall’Oriente fino all’Occidente venisse glorificato il nome del Signore”.

Sin dall’inizio, si ha dunque netta la percezione che l’evento della traslazione delle reliquie a Bari non sia un fatto momentaneo e nato per caso, ma un atto della volontà di divina di portare avanti il dialogo tra Oriente e Occidente, e di superare tutte le divisioni, nel nome di San Nicola e del suo credo.

E’ come se la salute dell’anima si proiettasse nel futuro, sulla linea di una comune cultura europea, che salvaguardando le varie identità, miri a superare le differenze, integrandole, tra intrecci di fede e cultura.

Con la costante sua proposta di un dialogo per superare ogni diversità di fede, San Nicola diventa l’essere che più di tutti contribuisce a far comprender che c’è una casa comune tra Europa orientale ed Europa occidentale, nella pace e nel reciproco rispetto, con tolleranza e equilibrio.