
CAPITOLO 1
In treno
È un pomeriggio d’inverno. Veronica guarda lontano: oltre i tetti delle case vede le cime delle montagne bianche di neve.
«Brrr, che freddo! » dice, e cammina avanti e indietro sul binario. «E poi dicono che i treni in Svizzera sono sempre puntuali... Accidenti!»
Veronica guarda l’orologio per la decima volta in cinque minuti.
Ma ecco che una voce dall’altoparlante annuncia:
«Attenzione attenzione... È in arrivo sul binario due il treno per Milano.»
La voce parla in tedesco, ma Veronica, anche se è italiana, lo capisce perché conosce molto bene il tedesco, così come il francese e l’inglese.
Il treno entra nella stazione. Veronica sale su uno dei vagoni della prima classe.
«Per fortuna c’è poca gente» pensa, guardando negli scompartimenti. Infatti ne trova uno quasi vuoto. C’è una sola persona: un uomo seduto nel posto accanto al finestrino. Veronica si siede di fronte a lui. Anche a lei piace il posto vicino al finestrino.
L’uomo le sorride, ma lei non risponde al sorriso.
Veronica apre la ventiquattr’ore che ha con sé e tira fuori il computer portatile.
L’uomo riprende a scrivere sul quaderno che ha davanti.
Anche Veronica scrive sul computer, precisa, veloce. Di tanto in tanto getta un’occhiata ai capelli disordinati, la maglietta stinta e i jeans strappati dell’uomo.
«Oh Dio, » pensa « il solito studente intellettuale... Peccato, perché non è un brutto ragazzo! »
Anche lui la guarda spesso, anche se di nascosto. E dice tra sé e sé:
«Oh povero mondo... Una ragazza così bella che sembra la caricatura di un broker di Wall Street... » In effetti Veronica è vestita da “uomo d’affari” con un tailleur grigio e scarpe con il tacco basso.
Il treno corre tra le montagne, nelle gallerie, per le valli.
cime: i punti più aiti.
annuncio: comunicazione di una notizia.
scompartimenti: partì in cus è diviso ii treno.
ventiquattr’ore: valigetta.
stinta: che ha perso il colore.
intellettuale: persona che ha spiccati interessi culturali.
vaili: stanno tra due montagne o colline.
Nessuno dei due parla; nessuno guarda il magnifico
panorama; tutti e due sembrano assorti nel loro lavoro.
Il giovane si alza, dalla borsa accènto a lui prende qualcosa; è u n album da disegno. Lo mette sulle ginocchia e comincia a disegnare con una grossa matita nera.
Veronica continua a scrivere, ma pensa:
«Che cosa sta facendo adesso?» e gli getta occhiate. «Prima scrive, adesso disegna... È un artista? O vuole solo far vedere che è un artista?»
Veronica è diffidente: nel mondo in cui lavora lei tutti sono una cosa, ma mostrano o vogliono far vedere di essere qualcosa d’altro. Perciò pensa questo anche di luì!
Il treno si ferma. Sono alla frontiera tra la Svizzera e l’ Italia.
Una guardia di frontiera entra nello scompartimento:
«Documenti prego! » dice.
Veronica dà la carta d’identità; il giovane dà il passaporto.
La guardia se ne va.
Dopo pochi minuti il treno riparte.
Veronica spegne il computer e lo mette nella valigetta.
Il giovane tiene ancora l’album sulle ginocchia, ma ha gli occhi chiusi.
«Forse dorme» pensa Veronica e allunga una mano verso l’ alb um.
In quel momento l'uomo apre gli occhi.
«Lo vuole vedere?» domanda. Ha una voce calda e profonda.
«Cosa?» doma nda
lei, che si vergogna del suo gesto.
«Il disegno... il ritratto... »
«Ah... è un ... ritratto?»
«Sì, è il suo ritratto. Lo vuol vedere?»
Lei non risponde. È imbarazzata. Ma lui prende il foglio e glielo dà.
«Ecco... » dice.
«Ah... » esclama Veronica. È stupita. Anzi di più: esterrefatta! Quel ritratto le somiglia molto!
«Sono proprio io!» esclama. Lo tiene in mano e continua a guardarlo.
«Lo tenga...» dice lui.
assorti: immersi, assorbiti.
album: insieme di fogli bianchi per disegnare.
diffidente: non si fida.
gesto: (qui) di ciò che ha fatto.
ritratto: opera che rappresenta una persona.
imbarazzata: non sa che cosa dire o che cosa fare.
esterrefatta: molto sorpresa.
«Come?»
«Ho detto: lo tenga! »
«Ma io veramente... non... »
Cosa le hanno sempre detto? Non accettare niente dagli sconosciuti! Ma quel ritratto è così bello!
Lui insiste: «Guardi che l’ho fatto per lei. È suo. »
«Io... »
«Lo ripeto. Lo tenga, se le piace naturalmente. Le piace?»
«Sì, molto.»
Lui sorride.
«È molto bello» contìnua lei. «Lei disegna veramente bene.» «Grazie» risponde lui. Poi sì alza in piedi, le tende la mano e sì presenta con un grande sorriso:
«Io sono Massimo.»
Lei risponde alla stretta di mano, ma non sorride quando dice: «Io sono Veronica.»
Poi'prende il disegno e io mette nella valigetta.
«Quando va in treno, lei disegna tutti quelli che sono seduti nello scompartimento con lei? » chiede.
«No!» risponde lui serio «Solo le donne molto belle... come lei.» È un complimento, ma Veronica reagisce male.
La bocca di Veronica diventa una linea sottile; la ragazza prende una rivista e legge o fa finta di leggere.
I due non parlano più fino aliatine del viaggio.
«Sono il solito stupido!» pensa lui.
Quando arrivano a Milano è quasi sera. Il treno entra nelia stazione.
Lui le chiede:
«Vuole un passaggio?»
«No, grazie» risponde lei secca.
Scendono dal treno prima lei, poi lui.
La vede camminare svelta lungo il binario, la figura alta e slanciata, i capelli rossi sulle spalle e pensa ancora:
«Sono il solito stupido... !»
complimento: con esso si esprime affetto o ammirazione.
fa finta: fa capire che legge anche se non è vero.
slanciata: di persona di corporatura, alta e snella.
Tipi umani
L’80% della gente pensa per stereotipi; lo dice un’inchiesta condotta su un campione di 10 000 italiani tra i venti e settantanni.
Del resto chi non tende a giudicare dall’aspetto?
Noi tutti, vedendo una persona vestita con abiti costosi, pensiamo che sia ricca; e, viceversa, se vediamo qualcuno trascurato, lo giudichiamo privo di mezzi. L'abito sportivo potrebbe trarre in inganno; scarpe da ginnastica, pantaloncini, una maglietta... Tutti uguali a tutti, si penserebbe, un abito democratico, insomma! Ma in realtà anche in questo caso, l'italiano medio «riesce» a procedere ancora una volta per stereotipi.
Come? Guardando l'«etichetta» che in genere è evidenziata grande e grossa su giacche a vento, pantaloni, scarpe. Quindi i vari nomi, Adidas, Nike, Asìcs, Fila sono lì a significare che la lei o il lui sportivo indossano diverse centinaia di euro!
CAPITOLO 2
A casa
La stazione è piena di taxi. In inverno la gente viaggia poco!
In dieci minuti Veronica è a casa. Abita in un appartamento nella zona del centro. È un appartamento pìccolo: ci sono una cucina, un salotto, una camera e un bagno, tutto in miniatura e tutto arredato in modo molto elegante.
Le case nel centro di Milano sono molto costose, ma Veronica guadagna tanto e se lo può permettere. E poi, fin da bambina ha sognato di vivere in un appartamento in centro!
Appena.entrata in casa, suona il telefono.
«Ciao, amore» dice una voce maschile.
«Ahh, ciao Carlo. Finalmente! È da stamattina che provo a chiamarti. »
«Mi dispiace. Sono stato tutto il giorno con dei clienti. Se ne sono andati proprio adesso. E tu? Com’è andata?»
«Terribile! Sono molto, molto stanca. Andata e ritorno Lucerna - Milano in giornata. Tre ore di riunione e poi di nuovo in treno. Terribile! »
Mentre Veronica parla, si toglie le scarpe e il cappotto. «Hai mangiato in treno?» domanda lui.
«No no.»
privo di mezzi: persona povera, che non ha possibilità, economiche.
in miniatura: in piccolo.
se lo può permettere: può pagarlo.
clienti: (qui) persone che pagano per delle consulenze.
«Allora, vengo da te e ti porto al ristorante. Cosa ne dici?»
«No, ascolta Carlo! Sono veramente troppo stanca. Mangio due cose e poi vado a letto.»
«Ahh...» la voce di Carlo suona delusa. «Mi dispiace. Ci vediamo domani, OK?»
«Ciao, amore! »
«Veronica... »
«Sì?»
«Veronica, io vorrei... come dire... se tu vieni a vivere con me, ecco, non... »
«Lo so, Carlo. Ma non è questo il momento per parlarne. Domani, se vuoi.»
«Domani. Sì, domani.»
«Ciao, Carlo.»
«Ciao, amore.»
Veronica va in cucina. Il frigorifero è pieno: ci sono prosciutto, mozzarella, insalata, pomodori, latte, vino bianco.
Veronica mangia mozzarella e pomodori; nel forno a microonde scalda del pane. Poi con il piatto si siede davanti al televisóre. Alla televisione Veronica guarda soltanto film; questa sera c’è un solo film: è un film italiano con Totò. A Veronica piace Totò e quindi non cambia canale. Rimane seduta sul divano, mangia e pensa. Pensa a Carlo:
«Povero Carlo! Ha sempre voglia di vedermi, di stare con me. E io? lo una volta sì e tre no. Preferisco stare da sola. È sempre stato così, lo sono fatta per vivere da sola! Ma questo devo dirlo a Carlo. Lui ha tante qualità: è buono, intelligente, ricco. Ma... ma... non sono innamorata di lui! Domani gli devo parlare, assolutamente! »
Veronica spegne il televisore e va a letto. Ma anche qui continua a pensare.
Si addormenta tardi e dorme male. Tutta la notte sogna Carlo, treni e ritratti.
Di mattina, quando si sveglia, si sente ancora molto stanca e nervosa.
«Che notte!... » si dice e va in cucina. Prepara il caffè; prende una tazza dalla credenza, ma le cade di mano.
deiusa: lo si è quando le proprie speranze non si realizzano.
credenza
:
Veronica guarda la mano. La tiene dritta davanti a sé e vede che sta tremando.
«Ma che cos’ho?» si chiede. «Perché sto di nuovo così?» Beve il suo caffè in piedi. Intanto pensa:
«Forse sto lavorando troppo.»
Nonostante la sua giovane età - ha ventisette anni - Veronica
occupa già una posizione di responsabilità nell’azienda in cui lavora: lei è quello che anche in italiano si chiama con un nome inglese, marketing manager.
Ma Veronica sa che non è nervosa solo per il suo lavoro.
«Ogni volta che devo prendere una decisione, divento così. Accidenti, sono una sciocca! »
Dopo il caffè beve un bicchiere d’ acqua minerale, ma non mangia niente.
Carlo le dice sempre:
«La colazione è importante; devi mangiare tanto a colazione! »
Ma lei di mattina non riesce proprio a mangiare, almeno fino alle dieci.
Si veste davanti allo specchio: camicia bianca, tailleur verde scuro, foulard di seta. Poi si pettina con cura i lunghi capelli rossi.
Esce a piedi, li suo ufficio è piuttosto vicino a casa. Questo è uno dei vantaggi, di abitare in centro!
In strada l’ aspetta una sorpresa: la città è tutta bianca, bianca di neve. C’è neve sulle case, neve sulle macchine, neve sui marciapiedi.
Veronica si sente felice come una bambina: le piace la neve. Si ferma, ne raccoglie un po’ e fa una palla. La tiene stretta in mano. Davanti all’ufficio incontra un collega che vede la neve nella sua mano.
«Cosa fa, signorina Fabiani?» domanda. « Mi sembra un po’ grande per giocare a palle di neve...» E scoppia in una risata.
Veronica guarda la palla e la butta via.
Di nuovo si sente depressa e... terribilmente “adulta”.
«Ha ragione» pensa. «Sono troppo grande per giocare a palle di neve.»
Quando entra in ufficio, è la Veronica di sempre, seria e professionale.
sta tremando: è scossa da un fremito (qui per ansia o paura).
di responsabilità: importante.
vantaggi: aspetti positivi.
marciapiedi: parti della strada riservate ai pedoni.
L’argomento di oggi TOTÒ
Nel testo si dice che "alla televisione danno un film con Totò".
Sai chi è Totò?
Hai mai visto un film con questo attore?
Qui di seguito puoi trovare diverse informazioni su Totò che è considerato l'attore italiano comico più famoso di tutti i tempi.
Totò nasce il 15 febbraio 1898 a Napoli. Figlio illegittimo di un marchese napoletano, viene riconosciuto da questi soltanto nel'1927. Adottato nel 1.933, prende il nome di marchese Antonio De Curtis.
Totò è prima attore teatrale a Napoli, poi nel nord dell'Italia dove ha grande successo; ancora prima di fare del cinema è famoso come attore di teatro in tutta Italia. Comincia a girare film nel 1937 e continuerà fino al 1968.
Recita in più di cento film; tra questi i più famosi sono l due orfanelli (1947), Fifa e arena (1948), I soliti ignoti (1958), ’Uccellacci e uccellini (1966).
CAPITOLO 3