
Il viola porta sfortuna
Prima della lettura
Sei superstizioso/a? Conosci qualcuno che lo è? Hai mai avuto un portafortuna? Nel tuo Paese c’è un colore o un numero che porta sfortuna?
Si sa, gli artisti sono molto superstiziosi. Per artisti intendo soprattutto persone del mondo del teatro. Se hanno avuto un insuccesso e portavano un paio di scarpe marroni, da quel giorno non metteranno più quel tipo di scarpe o quel colore. Se invece, al contrario, lo spettacolo è andato bene e, per esempio, erano andati in scena con una sciarpa gialla, da quel momento il giallo sarà il loro colore portafortuna e metteranno quella sciarpa anche in estate.
Io, lo dico subito, a queste cose non ci credo. Sono tutte sciocchezze1. Anche se lavoro da anni in questo mondo, non ho mai pensato di mettere o non mettere un colore perché “porta male”. E i fatti mi danno ragione: sono un tenore famoso in tutto il mondo, ho inciso cd, ho fatto tournée in tutti i più grandi teatri di ogni continente. Non mi manca niente, dal punto di vista professionale.
Quindi potete immaginare cosa abbia pensato quando, alla prova generale della grande Prima della Scala, appena arrivato sul palco, ho visto il soprano Clara Gattullo quasi scappare dalla scena.
- Che hai Clara, hai visto un fantasma? - le chiedo io.
- La tua sciarpa... il tuo cappello...!
- Beh, cosa c’è? Sono nuovi, non ti piacciono?
- Sono... viola!!!
1 sciocchezza: stupidaggine, cosa che non ha senso.
- Beh, direi di sì. Un bel viola, non trovi?
In quel momento sento tutti gli sguardi su di me. Sguardi pesanti, duri, quasi cattivi. Clara non riesce a dire niente, trema solo di rabbia e di terrore. Io continuo a non capire. Inizio a togliermi il cappotto, poi metto in un angolo questo “famoso” cappello e infine la sciarpa. Li metto su una sedia vicino all’orchestra.
- Eh no! Non vorrai mica lasciare qui questa roba! - mi dice con tono aggressivo il tenore del secondo cast.
- Ma che avete contro i miei vestiti?
- Ma non capisci? - mi spiega al limite della pazienza Umberto Gozzi, il baritono:
- Il viola porta sfortuna! Dai, lo sanno tutti! E tu ti vesti di viola proprio il giorno della prima?!
- Ma su, non crederete mica a queste... - ma il loro sguardo non lascia dubbi: ci credono. E anche molto.
- Riccardi, Lei è un incosciente2 - questa è la voce del regista, seduto sulle poltrone della prima fila. Non lo vedo, seduto lì al buio, ma la sua voce mi arriva chiara:
- Ma dico, Le sembra il giorno adatto per venire tutto di viola?
- “Tutto” di viola? Ma è solo un cappello! La sciarpa non è quasi viola, è fucsia scuro...
- Macché fucsia, è viola, anzi quella tonalità porta anche più sfortuna delle altre!!! - finalmente Clara ha ripreso l’uso della parola, ma la preferivo quando taceva.
- Sentite, siete tutti adulti, con tanta esperienza sulle spalle: possibile che ancora credete a queste baggianate3? Su...
Ma i fatti questa volta non mi diedero ragione. All’inizio credevo di averli convinti della loro stupida superstizione: la prova generale era andata molto bene, anzi fu proprio Clara la più straordinaria e tirò fuori degli acuti che non avevamo mai sentito. Lei stessa si stupì e addirittura alla fine della prova mi sorrise:
- Scusa... - disse imbarazzata - sai, sono molto nervosa per questa prima e... -Non importa, lo siamo tutti.
Ma poi la prima iniziò. E con lei tutti i guai. Lo spettacolo sarebbe dovuto iniziare alle 21. Come per tutte le Prime, era prevista la presenza di qualche ministro e di altri importanti uomini politici. Poi naturalmente il sindaco della città, VIP, aspiranti VIP eccetera.
2 incosciente: poco prudente, che non considera i pericoli.
3 baggianata: come “sciocchezza”.
Comunque, il primo incidente della serata ha riguardato addirittura il primo ministro. Prima hanno iniziato a dire che sarebbe venuto più tardi, e l’inizio dello spettacolo è stato rimandato.
Dopo tre quarti d’ora di attesa snervante, alla fine è arrivato l’annuncio che il primo ministro non avrebbe più assistito allo spettacolo. Nessuno ha mai saputo il perché. Finalmente lo spettacolo inizia. Sono quasi le 22. Alle 22 precise, mentre l’orchestra attacca l’“adagio” dell’ouverture, si alza l’inconfondibile motivo Aq\V Aida. Proprio l’opera della serata. Ma il motivo viene dal cellulare di qualcuno. Cosa già di per sé tragica. Il fatto è che quel qualcuno è nientemeno che il direttore d’orchestra. Imbarazzo generale. Prima silenzio di gelo, rotto solo dal motivetto elettronico bip bip bip sulle note àeWAida.
Dal pubblico arrivano i primi fischi. Dal loggione4 volano anche gli insulti: “vergogna”, “ridicolo” erano i più generosi.
Nella stessa sera, sono successe purtroppo anche altre cose. Nell’ordine:
- Il primo violino viene colto da una colica intestinale5 tra il primo e il secondo atto.
- Il costume della soprano (che faceva la parte di Aida, appunto) d’improvviso decide di cadere. Tutti hanno potuto ammirare la lingerìe della povera Clara Gattullo, taglia 50.
- Mentre l’orchestra suona la celebre “marcia trionfale” (quella del telefonino), cede di schianto la sedia di uno dei violoncellisti, con gran fracasso e effetto domino sugli altri colleghi.
Risultato, spettacolare quanto rumoroso, di almeno quattro violoncelli a terra e grida di dolore dei rispettivi maestri.
- Ciliegina sulla torta6: a mezzanotte e mezza saltano tutte le luci per un black-out.
Un terribile temporale spe- gne Milano per più di due ore.
Si decide di accendere le candele per far suonare l’orchestra. Sul palcoscenico mettono grandi candelabri a dodici bracci per fare luce in scena. Il pubblico trova la cosa romantica e sicuramente originale. Poi il sipario inizia a prendere fuoco per una candela troppo vicina. Arrivano i pompieri. Fumo, panico e fuggi-fuggi generale.
Io continuo a non essere superstizioso, ma... per sicurezza non ho più indossato quella sciarpa e quel cappello.
4 loggione: il settore più alto e lontano dal palcoscenico.
5 colica intestinale: forte dolore all’altezza della pancia.
6 ciliegina sulla torta: ciò che completa (soprattutto in senso ironico) qualcosa, una situazione.