Добавил:
Upload Опубликованный материал нарушает ваши авторские права? Сообщите нам.
Вуз: Предмет: Файл:
unita_5_4.doc
Скачиваний:
0
Добавлен:
01.05.2025
Размер:
24.86 Mб
Скачать

UNITÀ-5

A domanda teorica traduzione dei modi di dire e locuzioni idiomatiche

In ciascun contesto culturale tipicamente nascono modi di dire che originariamente accorpano alcune parole per significare qualcosa che non è soltanto la somma dei significati delle singole parole che li compongono; a questi si aggiunge un significato aggiuntivo, di solito metaforico. “Trovarsi tra l’incudine e il martello” non significa materialmente trovarsi in quella condizione fisica, ma trovarsi in una situazione pressante o comunque molto difficile. Nella nostra vita quotidiana ci succede molto di rado d’imbatterci in un’incudine, e anche il martello non fa parte dello strumentario normale di tutti.

Fraseologismi – o espressioni ideomatiche o i modi di dire che aspirerebbero a diventarli – nascono in gran quantità, ma non tutti hanno fortuna. A volte succede che nascono e si estinguono quasi simultaneamente. I soli casi che creano problemi al traduttore sono le locuzioni lessicali stabili, ricorrenti, che per il proprio significato metaforico non fanno affidamento soltanto sulla logica del lettore al momento della lettura, ma anche, soprattutto, sul valore che tale metafora ha assunto nella storia della lingua in questione.

Ma quali sono le caratteristiche dei modi di dire (o, tecnicamente, espressioni idiomatiche)? “Innanzitutto” dice la lessicografa Luisa Giacoma “sono locuzioni che vengono memorizzate come un’unica entità e, in genere, resistono a sostituzioni lessicali e trasformazioni sintattiche. Un’altra loro prerogativa è la cosiddetta idiomaticità: il significato della frase completa quasi mai corrisponde alla somma dei significati delle singole parole”. Le espressioni idiomatiche, a differenza dei proverbi, sono anche prive di una morale o di un principio didattico e, nella maggior parte dei casi, non sono frasi complete (sebbene con i proverbi condividano a volte elementi ritmici o particolari intonazioni che aiutano a ricordare).

Secondo G. Pittano, “elemento fondamentale dei modi di dire è l’immagine figurata che spesso ha le sue radici nel linguaggio poetico, nelle tradizioni, nella mitologia, nei testi sacri, nella letteratura. Il linguista ha suddiviso le espressioni idiomatiche in 6 gruppi, a seconda che siano tratte dalla Bibbia, dall’arte e dalla letteratura, dal latino, dalla vita quotidiana, dalla storia, da favole, da leggende o da altre lingue, mentre una settima categoria, più recente, riguarda le locuzioni che nascono del linguaggio giovanile. Gran parte di questi detti ha origini chiare, anche se non sempre è possibile identificare una data di nascita precisa.

Il primo scoglio per il traduttore consiste nel riconoscere i fraseologismi. Se non riconosciuti, sono tradotti interpretando alla lettera il senso delle singole parole, con un esito quantomeno dubbio. Il traduttore è sempre vigile per accorgersi di quando un brano appare marcato, forma una sensibilità particolare che gli permette, quantomeno idealmente, di fermarsi a meditare su una formulazione insolita anche quando nella sua esperienza non gli è ancora mai capitato di incontrare l’espressione fraseologica in questione. Identificata l’espressione, il problema successivo consiste nella sua decodifica. Tutti gli autori concordano nell’affermare che i dizionari non sono sempre strumenti affidabili in questo senso. Innanzitutto non contengono tutti i fraseologismi, sia perché ne nascono ogni giorno, sia perché i dizionari sono limitati e non riescono a ospitare tutto. Il secondo problema consiste nella sistemazione dei fraseologismi sotto una determinata voce: “sentirsi tra l’incudine e il martello” può essere presente sotto le voci “tra”, oppure “incudine”, oppure “martello”, oppure “sentire”, ma di certo se è presente in un lemma è assente dagli altri, altrimenti il dizionario sarebbe troppo ridondante.

Una volta riconosciuta e compresa l’espressione fraseologica, il compito ancora non è finito: anzi, si può dire che comincia proprio adesso. Si tratta di trovare un’espressione traducente. Nei casi più fortunati, in due culture si è formato lo stesso fraseologismo basato sulla medesima metafora. Questo tipo di traduzione si può effettuare in casi rari, quando ricorrono le possibilità e quando il fraseologismo è privo di una connotazione culturospecifica (che altrimenti andrebbe perduta, costituendo un residuo traduttivo, o una perdita). In altri casi, il traduttore opta per un fraseologismo diverso, basato su una metafora diversa, che però, secondo il traduttore, convoglia lo stesso tipo di significato contestuale.

In un testo connotativo può essere molto problematica la scelta di un fraseologismo traducente, perché l’intenzione dell’autore può essere quella di usare una determinata metafora funzionale alla rete dei rimandi intratestuali, degli indizi volutamente disseminati per indurre il lettore modello a fare determinate congetture, e il fraseologismo reperito può spostare completamente il tenore della metafora, depistando il lettore del metatesto. Se invece ciò che conta è trasportare soltanto il significato denotativo, per esempio il concetto di “mai” espresso per mezzo di un fraseologismo, si possono usare metafore diverse senza gravi problemi: in ucraino „коли рак на горі свисне і риба заспіває” (quando il granchio fischia in montagna e il pesce si mette a cantare) - italiano: alle calende greche.

Esiste poi la possibilità di una traduzione non fraseologica di un fraseologismo. Questa scelta è preferita quando si pone come dominante dell’atto traduttivo il significato denotativo del fraseologismo, e si è disposti invece a scendere a compromessi per quanto riguarda l’aspetto del colorito espressivo, delle sfumature di significato, della connotazione e della forma aforistica. In caso di resa non fraseologica, le possibilità sono due: si può optare per una traduzione lessicale o per un calco. La traduzione lessicale consiste nell’esplicitare con altre parole il significato denotativo del fraseologismo, lasciando che si perdano tutti gli aspetti stilistici e connotativi. Nel caso del fraseologismo “trovarsi tra l’incudine e il martello”, una resa lessicale potrebbe essere “essere in una situazione scomoda, di tensione”.

Il calco consiste invece nel tradurre il fraseologismo alla lettera in una cultura che non lo possiede come fraseologismo: in questo caso, però, il lettore della cultura ricevente percepisce il modo di dire come inconsueto e si pone il problema di interpretarlo in senso non letterale ma metaforico. Il calco ha il vantaggio di conservare intatti i rimandi di secondo grado, non denotativi, che quindi in una strategia autoriale possono essere di importanza essenziale. È vero che la ricostruzione del significato denotativo è invece lasciata alla capacità del lettore della cultura ricevente, ma è anche vero che la metafora è un meccanismo semiotico essenziale e primordiale, che quindi è proprio di tutte le culture.

B FINEZZE TRADUTTIVE

1. Osservate la traduzione della metafora.

Соседние файлы в предмете [НЕСОРТИРОВАННОЕ]